lunedì 9 maggio 2011

Recensione di Spirito di una Sonata di Pierluigi Potalivo


Il repertorio della chitarra classica è da sempre fonte di animate e accese discussioni, da una parte criticato per le sue dimensioni esigue se paragonate al materiale musicale a disposizione di altri strumenti classici come il violino e il pianoforte, dall’altra comunque apprezzato per la qualità e la bravura dei suoi interpreti.
Tuttavia il problema rimane ed era ben noto fin dai tempi di Segovia, con la necessità di allargare il repertorio in modi e forme diverse, vuoi con la richiesta di nuovi brani ai compositori (per fortuna il nostro strumento negli ultimi anni sta conoscendo un vero rinascimento con la musica contemporanea), vuoi con le trascrizioni di musiche dedicate a altri strumenti, vuoi puntando su interpretazioni nuove o su un maggiore rigore filologico.
Insomma il repertorio sta stretto e sicuramente se tutti suonano le stesse cose non va bene.
Spirito di una Sonata del Maestro Potalivo sembra andare in questa direzione, nella ricerca di nuovi spazi, di nuove dimensioni. Il cd, autoprodotto, presenta la rilettura originale della Sonata Op. 15 di Mauro Giuliani nei suoi quattro movimenti (Allegro - Adagio - Scherzo – Rondò) e Cinque Momenti Possibili, cinque brani composti dallo stesso interprete in cui Potalivo “incontra” Sor, Debussy, Mompou, Lauro e Albeniz, immaginati in situazioni particolari riconducibili alla loro vicenda umana e artistica.
Premesso che Pierluigi Potalivo dimostra una tecnica e una maturità artistica con le quali potrebbe tranquillamente affrontare l’intero repertorio classico, il cd convince proprio in relazione al “refresh” portato a una tradizione tanto consolidata quanto suonata.
La Sonata op. 15 riacquista così nuova forza, esposta in una luce e con una sonorità nuova ma rispettosa delle idee di Giuliani, altrettanto belli e, secondo me, ancora migliori i Cinque Momenti Possibili, cinque brani creatiti nello spirito dei compositori a cui sono idealmente dedicati, cinque bozzetti sonori estremamente rifiniti e piacevoli all’ascolto che suonano nuovi senza che il concertista sia forzato ad uscire da un canone classico. I titoli sono divertenti (Studio Quando Fernando Sor spia Debussy, Canción Quando Federico Mompou pensa ad Albeniz, Tarantas Quando Joaquín Turina ricorda il canto di un gitano, Tarantella Quando il venezuelano Antonio Lauro torna a Napoli e Burlesca Quando Fernando Sor schernisce la sua stessa ‘maniera’) e ironici per una musica in cui riecheggiano i temi portanti del repertorio conosciuto ma alieni da certe cadute di stile tipiche di un certo Allievi.
Ben fatto!

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