mercoledì 30 marzo 2011

Seminario di Chitarra presso il Conservatorio di Musica “Cesare Pollini” di Padova


Seminario di Chitarra presso il Conservatorio di Musica “Cesare Pollini” di Padova
Docente: M° Jim Skinger

Il Seminario, tenuto dal M° Jim Skinger, docente di chitarra e composizione alla Clark University, Worcester MA, Marywood College in Scranton, PA e alla State University of NY in Binghamton e Oneonta (USA), si svolgerà presso il Conservatorio di Musica “Cesare Pollini” di Padova – Via Eremitani, n. 18 in base al seguente calendario:

Mercoledì 13 aprile 2011 - dalle ore 15,00 alle ore 19,00;
ANALISI DELLE COMPOSIZIONI PER E CON CHITARRA JAZZ DI JIM SKINGER
(Prolusione al Seminario del M° Giovanni Grano)

Giovedì 14 aprile 2011 - dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 17,00.
LEZIONI INDIVIDUALI

Coordinatore-organizzatore e Traduttore per i partecipanti : M° Giovanni Grano.
Titolare della cattedra di Chitarra presso il Conservatorio “C. Pollini” di Padova.
Crediti formativi per gli iscritti ai Corsi di Diploma Accademico di I e II Livello di questo Conservatorio.

Attestato di Partecipazione
Al termine del Corso e a tutti gli iscritti che avranno frequentato almeno l’80% delle lezioni verrà
rilasciato un attestato di partecipazione.
Le adesioni dovranno pervenire entro l’ 08 aprile 2011 utilizzando esclusivamente l’apposito
modulo scaricabile dal sito web www.conservatoriopollini.it e dovrà essere consegnato presso la
Segreteria Amministrativa del Conservatorio Pollini secondo una delle seguenti modalità:

1) Presentazione diretta presso la Segreteria Amministrativa del Conservatorio “Pollini”
(Sig.ra Patrizia Lionetti) – Via Eremitani, 18 – Padova (tel. 049/8750648) tutti i giorni dal
lunedì al venerdì dalle ore 11,00 alle ore 13,00;

2) Per posta all’attenzione della Segreteria Amministrativa del Conservatorio “Pollini”
(Sig.ra Patrizia Lionetti) – Via Eremitani, 18 – 35121 Padova.

Foto del Concerto di Giacomo Costantini allo Scarpon Live Club di Mestre, 8 marzo 2011





martedì 29 marzo 2011

Berta Rojas in concerto stagione di chitarra classica Lodi 2011- 2° Concerto


Berta Rojas in concerto stagione di chitarra classica Lodi 2011- 2° Concerto

10 APRILE 2011
ORE 17,00

Tempio Civico Dell'Incoronata
Via dell'Incoronata - Lodi

Manuel Maria Ponce ( 1882 – 1948 )
Suite in la minore
Preludio
Allemanda
Sarabanda
Gavotta I – II
Giga
Due Canzoni Popolari
Estrelita
Scherzino messicano
Waltz
Sonata III
Allegro Moderato
Andante ( Chanson)
Allegro ma non troppo

Augustin Barrios ( 1885 - 1944)
Un Sueño en la Floresta
Maxixe
Chôro da Saudade
Julia Florida
Las Abejas
La Catedral
Preludio Saudade
Andante Religioso
Allegro solenne

Berta Rojas è un'artista la cui versatilità le permette di muoversi con comodità nella musica classica come in altri stili musicali. Ha ottenuto prestigiosi concerti e consensi sia presso il Weill Recital Hall del Carnegie Hall ed il Frederick P. Rose Hall del prestigioso Jazz at Lincoln Center in New York, sia nel John F.Kennedy Center di Washington D.C. .
Nel 2004 ha inaugurato la Cima Internazionale di Prime Dame nel Paraguay, con presenza della
senatrice Hillary Rodham Clinton.
È stata elogiata dal Washington Post come: "Chitarrista Straordinaria" e dal Classical Guitar
Magazine del Regno Unito come: "Ambasciatrice" della Chitarra. La sua musicalità e carisma gli hanno guadagnato l'affetto del pubblico in tutte le parti del mondo Il Kennedy Center ha riconosciuto l'eccellenza artistica di Berta Rojas selezionandola come ambasciatrice musicale dell’America.. Questo premio, le ha permesso di ottenere la docenza in Musica nel prestigioso Peabody Conservatory, istituzione che l'ha premiata con due importanti riconoscimenti, lo Zaidee Thomas Award ed il Harold Randolph Prize. Oltre al suo talento musicale, Berta Rojas occupa un ruolo importante come promotrice dell'arte di altri artisti sudamericani. E’ stata chiamata come Direttrice Artistica di vari concorsi e Festival di Chitarra, tra i quali si segnalano quello di John e Susie Beatty Competition ed il Festival latino-americano di Chitarra di Washington D.C., e il Cardozo Ocampo nel Paraguay. Ricopre inoltre l’incarico di Ambasciatrice del Turismo del Paraguay ed è insegnante di chitarra alla 'Università George Washington e al Washington Conservatory of Music, ambedue a Washington D.C..

Foto del Concerto di Giacomo Costantini allo Scarpon Live Club di Mestre, 8 marzo 2011





lunedì 28 marzo 2011

Diego Vio in Concerto il 12 Aprile 2011 Scarpon Live Club


LAAM, AlchEmistica e Blog Chitarra e Dintorni Nuove Musiche sono fieri di annunciare: martedì 12 aprile Concerto di Diego Vio presso Scarpon Live Club a Mestre, Venezia musiche di J.S. Bach, Handel, Chopin, Jazz, musica brasiliana, blues.

Diego Vio nato a Venezia l’11 Giugno del 1979 ha iniziato i suoi studi all’età di undici anni e si è diplomato col massimo dei voti al conservatorio Benedetto Marcello di Venezia. Dopo lo studio della musica classica comincia ad appassionarsi anche ad altri generi quali Jazz e musica brasiliana e le musiche etniche, accostando a questi il concetto di improvvisazione che si svincola dai clichè per diventare vera e propria creazione estemporanea di musica contemporanea senza dimenticare il passato ricco di ispirazioni e insegnamenti; per confermare una volta di più quanto la musica sia un linguaggio universale e senza limiti.
Nelle esperienze di questo musicista ritroviamo il solista, il duo(spesso di chitarre), il gruppo rock blues jazz bossa nova, ambiti dove l’interplay tra i musicisti viene esaltato, esperienze teatrali dove compone le musiche che egli stesso esegue, e non ultimo importanti esperienze nell’orchestra del Gran teatro la Fenice di Venezia.
Ha collaborato anche con attori e scrittori per progetti che vedevano come fine la fusione di arti diverse per esaltare un concetto più libero.

SCARPON Live
Via Don Tosatto, 115
Mestre Venezia
davanti all’Auchan

Lorenzo Micheli in concerto


April 2, 2011
Milan, Italy, Palazzina Liberty.

April 8, 2011
Aosta, Italy, Salone Ducale


April 29, 2011
Caltanissetta, Italy, Teatro Margherita

May 6, 2011
Busto Arsizio, Italy

May 8, 2011
Ferrara, Italy, Festival del Libro Ebraico

May 27, 2011
Kras, Slovenia

June 9, 2011
Koblenz, Germany, Koblenz Guitar Festival

June 18, 2011
Cervo, Italy, Oratorio di S. Caterina

June 30, 2011
Columbus GA, USA, GFA

July 25, 2011
Portogruaro, Italy, Estate Musicale a Portogruaro

Ipazia on video terza puntata



Ipazia è un programma dedicato alla chitarra contemporanea realizzato per:

Il mio libro: 121 Cd per la Chitarra Contemporanea: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=559795

Blog Chitarra e Dintorni Nuove Musiche: http://chitarraedintorni.blogspot.com/

AlchEmistica netlabel: http://www.alchemistica.net/home.php

Oggi parliamo di questi cd e libri:

- AAVV: I never meet a guitar
- Adriano Del Sal: Guitar Recital
- David Tanenbaum: David Tanenbaum
- Phill Niblock: G244+2/L
- C.Cutler F.Frith: 2 Gentlemen in Verona
- Wes Montgomery Trio: Wes Montgomery Trio
- J.Pass R.Mitchell: Finally Live in Stockholm

Libro: Itinerari oltre il Suono John Zorn, Sonora Materiali Sonori

Video realizzato con un deck Onosendai Cyberspace 7

domenica 27 marzo 2011

Di Che Musica Sei? Programmazione musicale dal 28 marzo al 2 aprile


Di che musica sei?

Programazione musicale dal 28 marzo al 2 aprile 2011

Su Radio Voce della Speranza

Pablo Lentini Riva in concerto 10 aprile


Concerto di Pablo Lentini Riva

Domenica 10 aprile 2011 alle ore 18,00

Si terrà il

Concerto di chitarra di Pablo Lentini Riva

Musiche di Mertz, Bach, Brouwer, Villa-Lobos

Ingresso gartuito

Centro Culturale San Secondo
Via Carducci 22
Asti

sabato 26 marzo 2011

ArsPublica in concerto ad aprile 2011

!

28 h18.30, Parigi, Scène ouverte
Francesco Filidei, Toccata
Ensemble Intercontemporain

26 h18.30, Parigi, Scène ouverte
Francesco Filidei, Toccata
Ensemble Intercontemporain

12 h 15 e 21.15, Modena, Teatro delle Passioni, Composizione/ispirazione/ricerca/sperimentazione/performance
Riccardo Vaglini, Nonfinito per Keith Haring. Edizione Filippo Perocco 2011, premiere
Riccardo Vaglini, Canzonetta
Livia Rado soprano, L'arsenale diretto da Filippo Perocco

8 h18.30, Favaro Veneto (Venezia), Auditorium Luigi Sbrogiò, Tafelmusik 2
Alessio Rossato, Tokyo Drops
Alessio Rossato, Å 5577 6300, première
Riccardo Vaglini pianoforte

5 h20, Boston, Longy School of Music, Recital Room 1, Intimate Sketches
Riccardo Vagllini, Morte di Olga Janáčková
Emanuele Torquati pianoforte

Master di Composizione di Dusan Bogdanovic Fiuggi 2011


Master di Composizione di Dusan Bogdanovic: il seminario di composizione chitarristica prevede fino ad un massimo di 12 corsisti, chi volesse partecipare deve inviare una composizione per chitarra di semplice o media difficoltà della lunghezza massima di 2 pagine in formato PDF via mail all'indirizzo del festival (fiuggifestival@fastwebnet.it), insieme a tutti i dati del compositore (Curriculum Vitae).
La composizione deve avere un titolo ed essere inedita.
L’associazione provvederà ad inviarle al maestro Dusan Bogdanovic per la selezione dei partecipanti.
E' gradito ma non necessario un file .mp3 del brano.

Le composizioni di tutti i partecipanti verranno analizzate e sviluppate con il Maestro durante il seminario. Queste saranno pubblicate in un volume edito dalla Carisch, nell'ambito della collana Roberto Fabbri Signature Collection che avrà titolo: "Dusan Bogdanovic presenta dodici composizioni selezionate di: (nome degli autori selezionati)". La collana è già composta dai volumi curati da Leo Brouwer e Carlo Carfagna nelle precedenti edizioni del festival.
Il libro avrà una distribuzione internazionale e farà seguito a quelli appunto pubblicati nelle edizioni 2010 e 2011.
Al volume sarà allegato un cd contenente l’esecuzione di tutti i pezzi, che potrà essere curata dagli stessi autori qualora siano chitarristi.
Il volume contenente le composizioni selezionate per il festival 2011 verrà pubblicato e presentato nell'edizione del Festival Città di Fiuggi 2012 con un concerto durante il quale verranno eseguiti tutti i pezzi.

Tutti i corsisti selezionati avranno diritto a tre lezioni con Dusan Bogdanovic da tenersi durante il festival, oltre naturalmente alla possibilità di assistere a tutte le masterclasses, conferenze e concerti della manifestazione. A festival concluso gli elaborati corretti dovranno essere inviati entro la fine di agosto 2011 all’organizzazione, che provvederà ad inoltrarli nuovamente al maestro Dusan Bogdanovic. Egli li visionerà per una conferma finale, nell’eventualità di nuove modifiche le composizioni verranno rimandate agli autori che provvederanno agli eventuali ultimi cambiamenti e poi dopo essere sottoposte nuovamente all’attenzione del M° Bogdanovic.

La partecipazione alle selezioni è a titolo assolutamente gratuito.

Le composizioni devono essere inviate entro il 30 Maggio 2011 per dar modo al M° Bogdanovic di procedere con la selezione. Una volta che il maestro Dusan Bogdanovic avrà stabilito quali compositori possono accedere al master gli stessi debbono tempestivamente regolarizzare la loro iscrizione.
Nel caso di rinuncia verranno ammessi i successivi nella graduatoria stilata dallo stesso Bogdanovic.

Per ulteriori informazioni:

Julia Malischnig: City of Dreams (doppio CD) Recensione di Giuseppe Chiaramonte


City of dreams è musica, semplicemente e magnificamente musica. Un caleidoscopio di stili e di generi che il virtuosismo di Julia Malischnig, chitarrista, cantante, compositrice, amalgama in un’opera dove magistralmente si esprime “con la mia musica, la musica di molti mondi, con un
discorso in diverse lingue e innumerevoli colori”, per usare le sue stesse parole.
Nel CD1, Bach, rivisitato da Alexander Lackner per chitarra, basso e tip-tap, danza Verano Porteno, arricchito dalle percussioni della tap dancer Sabine Hasicka, che danza teatralmente con Julia nella celebre Asturias. Anthem di Ralph Towner, preludio dell’opera, dipinge in tinta azzurrina la scena sulla quale si stagliano le immagini solari e a tratti nostalgiche, generose, sincere, chiare, luminose, a volte ermetiche ma sempre evocative, virtuose, attraenti, piacevoli compagne di viaggio, create da ben sei brani composti ed eseguiti da Julia. Kiev Meditation, bonustrack del CD1, lascia l’ascoltatore in un’atmosfera onirica, lo rende memore di una calma estatica, gli disegna sul volto un sorriso materno, come solo l’immagine del crepuscolo che colora di violetto un calmo lago di montagna può fare.
Nel CD2 Julia, cantante, compositrice dei testi e delle musiche della maggior parte dei brani, inneggia alla bellezza bucolica della natura con una voce che da sola è una poesia, carica di
simbolismo il corvo nero e la bianca colomba, tinge la sera di atmosfere soffuse in Sweet Lullaby.
Tra le sue musiche trovano ospitalità brani come Alfonsina y el Mar di Ariel Ramirez, Julia cantante e Josè Saluzzi alla chitarra, Lately di Stevie Wonder e la toccante Zamba para olvidar di Daniel Toro.
City of dreams è il titolo dell’ultimo brano, un inno alla sua città, Millsttat, in Austria, città di sogni, città di speranze, di laghi, di arte, arte della chitarra, città che ospita, da qualche anno, il festival di successo La Guitarra esencial, ideato dalla stessa Julia, che ostenta generosità, riconoscenza, umiltà e una esplosiva ed irrefrenabile passione per la musica.
City of dreams è nuovo, rarissimo. Anzi, unico. Imperdibile.

***

Il CD può essere acquistato qui: http://www.juliamalischnig.com/node/131

venerdì 25 marzo 2011

Suono Scelsi Festival dedicato alla musica di Giacinto Scelsi e all’improvvisazione


Il 27 Marzo a Roma, quinto concerto della serie

Suono Scelsi

Festival dedicato alla musica di Giacinto Scelsi e all’improvvisazione.


Nato da un’idea di Michiko Hirayama, il festival vuole contribuire alla conoscenza della musica del geniale compositore, e dell’improvvisazione, che fu la principale fonte di ispirazione di Scelsi stesso.

Musica che nasce senza pensare, musica dell’inconscio, potremmo dire….

con questo atteggiamento interiore
saranno sul palcoscenico del Cantiere Gustavo Modena a Roma,

Antonio Apuzzo, clarinetto basso, Gabriele Coen, sax, Massimo Coen, violino,

Michiko Hirayama, voce, Luca Miti, Pianoforte e Arturo Tallini chitarra.

- Musiche di Giacinto Scelsi e Improvvisazioni -

Domenica 27 Marzo

Ore 21.30

Roma

Cantiere Gustavo Modena Via Gustavo Modena 1

- Ingresso 5 euro -

Concerto del Frevo Guitar Trio

Concerto del Frevo Guitar Trio

Data: 27/03/2011
Ora di inizio: 11:00
Sede: Teatro Tosti, Ortona, Chieti
Ambito: I concerti aperitivo 2011

Programma:
Paulo Bellinati (1950)
Baiao de Gude

Fabio Renato D’Ettorre (1959)
Introduzione, Notturno Elegiaco e Scherzo

Antonio Vivaldi (1678-1741)
La Primavera

Astor Piazzolla (1921-1992)
Milonga del Angel (trascr. Alessandro Di Gregorio)
La Muerte del Angel (trascr. Alessandro Di Gregorio)

Francis Kleynjans (1951)
Les Funerailles d’Anphitrite

Patrick Roux (1962)
Carnaval


Info:
Cell.: 347/8957653
eMail.: dgmax@hotmail.it

Trio chitarristico di recente formazione, nasce dall’incontro dei chitarristi Paolo D’Angelo, Massimo Di Gaetano e Alessandro Di Gregorio. Da subito lo scopo del trio è quello di rivalutare le più brillanti composizioni scritte per questa formazione, oltre che la diffusione di capolavori meno conosciuti, soprattutto di compositori italiani del nostro tempo. Una particolare attenzione è posta inoltre alle trascrizioni proposte, che spaziano dal barocco al novecento, e che hanno come comune denominatore la cura dei timbri e l’impiego di tecniche strumentali particolari. Il Trio si è laureato vincitore del primo premio assoluto al “Concorso Internazionale dell’Adriatico” e del secondo premio (con primo non assegnato) al concorso “Premio Ars Nova Città Di Teramo”. Svolge intensa attività concertistica ed ha in programma un’incisione discografica di composizioni per trio di chitarre di autori italiani contemporanei.

Glenn Branca: le chitarre oltre, quinta parte


L’estro di Branca raggiunge tuttavia risultati ancor più efficaci e plateali con la "Symphony No. 2", registrata dal vivo il 14 maggio del 1982 in una chiesa newyorkese (location che deve aver ispirato anche il sottotitolo "The Peak OfThe Sacred"), ma pubblicata su Atavistic solo nel 1992. Monumentale già per la durata complessiva che oltrepassa i settanta minuti nel raggio di·cinque movimenti, questa sinfonia si contraddistingue per un climax sonoro ancor più ostico e primordiale, flagellato e deformato da ben undici chitarre, molte delle quali modificate appositamente per ospitare tre serie di corde. Branca utilizza anche cascate .di armonici preregistrati e manipolati su nastro, potenziando il ruolo ritmico e percussivo di Wischerth con i frastuoni metal-industrial suscitati dal funambolico Z'èv, solista implacabile soprattutto nel secondo movimento intitolato Radioactive Poltergeist Kitchen 1955.
Concettualmente poderosa e ambiziosa è invece "Symphony No.3 - Gloria" (Neutral, 1983), sostanza sonica dagli accenti drammaticamente lividi e trascendentali, suddivisa in tre movimenti per un ensemble di tredici elementi (oltre ai soliti Ranaldo e Moore tra i chitarristi figurano anche Michael Gira degli Swans e Margaret DeWys dei Theoretical Girls). Branca intende l'opera come un esperimento per sviluppare sonorità con i primi 127 intervalli della serie armonica, raggiungendo così la misura di sette ottave. L’intervallo musicale fra due suoni si esprime con il rapporto fra le rispettive frequenze. L’intervallo di "ottava" è un particolare intervallo in cui il cui rapporto di frequenze fra i suoni è pari a 2. Per calcolare le ottave superiori (o inferiori) di un suono è pertanto necessario moltiplicare (o dividere) la frequenza considerata per 2, 4,8, 16, cioè 21, 2', 2" 2" dove gli esponenti 1,2, 3, 4, rappresentano il numero di ottave contenute nell'intervallo. Tali esercizi logaritmici sui principi che regolano le scale musicali e le serie armoniche sono un po' la passione e la ragione di vita d'ogni compositore-musicista minimalista e tanto per non smentire la sua appartenenza a tale categoria, Branca s'applicherà ad essi con pervicacia e ostinazione sempre più crescenti.
Tralascio le sinfonie e le opere che mi risultano essere ancora prive di documentazione discografica ("Symphony No. 4 - Physics" del 1983, "Symphony No.7 - Graz" del 1989, "Symphony No. 11 - The Netherlands" e "Symphony No. 12 .Tonal Sexus" entrambe del 1998) non si può però affatto tacere di alcuni lavori e progetti che caratterizzano l'estetica e il peculiare discorso musicale di Branca dai medi anni Ottanta fino alle porte del secondo millennio. A nostro modesto avviso l'ultima opera centrale e autenticamente audace scaturita dal suo sconfinato (e scostante) ego artistico è "Symphony No. 5 - Describing Planes Of An Expanding Hypersphere" (New Tone, 1997), realizzata nel 1984 per un'orchestra di dieci elementi e un armamentario strumentale di chitarre, tastiere, basso, batteria. La base teorica da cui discendono i suoi sei movimenti risiede nella serie armonica naturale rispetto alla quale tutte le chitarre (costruite e modificate artigianalmente per essere picchiate e sfregate anche con bacchette in posizione orizzontale) sono puntigliosamente accordate. Veemenza e dolcezza si mescolano qui tra gli agglomerati dei sovratoni che salgono e scendono incessantemente fino a provocare un deflagramento massimalista d'entità colossale.
Per il cinema e la danza vedono rispettivamente la luce su album "The Belly Of An Architect" (1986), colonna sonora per orchestra ad archi di stampo nymaniano scritta insieme a Wim Mertens per l'omonima pellicola del regista Peter Greenaway, e "The World Upside Down" (Crepuscole, 1992) eseguita dalla New York Chamber Sinfonia. C'è da dire che la prolificità produttiva di Branca nell'ultimo decennio ha lambito spesso le sponde di quell'avanguardia accademica intelligentemente avversata agli esordi, ma per un genio di questo stampo, che nonostante tutto il ben di dio prodotto finora ancora fatica a sbarcare il lunario e a pagarsi le bollette di casa, le opere e i concerti commissionati dalle fondazioni artistiche costituiscono l'unica fonte di guadagno per condurre un'esistenza dignitosa quanto basta. L’estro di Branca raggiunge tuttavia risultati ancor più efficaci e plateali con la "Symphony No. 2", registrata dal vivo il 14 maggio del 1982 in una chiesa newyorkese (location che deve aver ispirato anche il sottotitolo "The Peak OfThe Sacred"), ma pubblicata su Atavistic solo nel 1992. Monumentale già per la durata complessiva che oltrepassa i settanta minuti nel raggio di·cinque movimenti, questa sinfonia si contraddistingue per un climax sonoro ancor più ostico e primordiale, flagellato e deformato da ben undici chitarre, molte delle quali modificate appositamente per ospitare tre serie di corde. Branca utilizza anche cascate .di armonici preregistrati e manipolati su nastro, potenziando il ruolo ritmico e percussivo di Wischerth con i frastuoni metal-industrial suscitati dal funambolico Z'èv, solista implacabile soprattutto nel secondo movimento intitolato Radioactive Poltergeist Kitchen 1955.
Concettualmente poderosa e ambiziosa è invece "Symphony No.3 - Gloria" (Neutral, 1983), sostanza sonica dagli accenti drammaticamente lividi e trascendentali, suddivisa in tre movimenti per un ensemble di tredici elementi (oltre ai soliti Ranaldo e Moore tra i chitarristi figurano anche Michael Gira degli Swans e Margaret DeWys dei Theoretical Girls). Branca intende l'opera come un esperimento per sviluppare sonorità con i primi 127 intervalli della serie armonica, raggiungendo così la misura di sette ottave. L’intervallo musicale fra due suoni si esprime con il rapporto fra le rispettive frequenze. L’intervallo di "ottava" è un particolare intervallo in cui il cui rapporto di frequenze fra i suoni è pari a 2. Per calcolare le ottave superiori (o inferiori) di un suono è pertanto necessario moltiplicare (o dividere) la frequenza considerata per 2, 4,8, 16, cioè 21, 2', 2" 2" dove gli esponenti 1,2, 3, 4, rappresentano il numero di ottave contenute nell'intervallo. Tali esercizi logaritmici sui principi che regolano le scale musicali e le serie armoniche sono un po' la passione e la ragione di vita d'ogni compositore-musicista minimalista e tanto per non smentire la sua appartenenza a tale categoria, Branca s'applicherà ad essi con pervicacia e ostinazione sempre più crescenti.




Tralascio le sinfonie e le opere che mi risultano essere ancora prive di documentazione discografica ("Symphony No. 4 - Physics" del 1983, "Symphony No.7 - Graz" del 1989, "Symphony No. 11 - The Netherlands" e "Symphony No. 12 .Tonal Sexus" entrambe del 1998) non si può però affatto tacere di alcuni lavori e progetti che caratterizzano l'estetica e il peculiare discorso musicale di Branca dai medi anni Ottanta fino alle porte del secondo millennio. A nostro modesto avviso l'ultima opera centrale e autenticamente audace scaturita dal suo sconfinato (e scostante) ego artistico è "Symphony No. 5 - Describing Planes Of An Expanding Hypersphere" (New Tone, 1997), realizzata nel 1984 per un'orchestra di dieci elementi e un armamentario strumentale di chitarre, tastiere, basso, batteria. La base teorica da cui discendono i suoi sei movimenti risiede nella serie armonica naturale rispetto alla quale tutte le chitarre (costruite e modificate artigianalmente per essere picchiate e sfregate anche con bacchette in posizione orizzontale) sono puntigliosamente accordate. Veemenza e dolcezza si mescolano qui tra gli agglomerati dei sovratoni che salgono e scendono incessantemente fino a provocare un deflagramento massimalista d'entità colossale.
Per il cinema e la danza vedono rispettivamente la luce su album "The Belly Of An Architect" (1986), colonna sonora per orchestra ad archi di stampo nymaniano scritta insieme a Wim Mertens per l'omonima pellicola del regista Peter Greenaway, e "The World Upside Down" (Crepuscole, 1992) eseguita dalla New York Chamber Sinfonia. C'è da dire che la prolificità produttiva di Branca nell'ultimo decennio ha lambito spesso le sponde di quell'avanguardia accademica intelligentemente avversata agli esordi, ma per un genio di questo stampo, che nonostante tutto il ben di dio prodotto finora ancora fatica a sbarcare il lunario e a pagarsi le bollette di casa, le opere e i concerti commissionati dalle fondazioni artistiche costituiscono l'unica fonte di guadagno per condurre un'esistenza dignitosa quanto basta.

Empedocle70

giovedì 24 marzo 2011

UN PIANOFORTE RICOPERTO DI FIORI. GIANCARLO CARDINI AL BENEDETTO MARCELLO

UN PIANOFORTE RICOPERTO DI FIORI. GIANCARLO CARDINI AL BENEDETTO MARCELLO

Ci sono artisti che riescono a far dialogare mondi apparentemente lontanissimi: un mazzo di gladioli con una tastiera di pianoforte, un giocattolo sonoro per bambini con processi compositivi di precisione millimetrica. Il pianista e compositore Giancarlo Cardini è uno di questi: in molti lo conoscono per un suo leggendario video (cliccatissimo su Youtube) mentre al Concerto per Demetrio Stratos a Milano nel 1979 interpreta come in un raptus il Solfeggio parlante di Castaldi di fronte a migliaia di persone in delirio. Altre sue opere, soprattutto quelle nate negli anni '70, sono invece meno frequentate dai gruppi di musica contemporanea. Per questo motivo Collettivo Rituale, la formazione creata all'interno del Benedetto Marcello da Riccardo Vaglini e da alcuni anni attiva nel riscoprire e riproporre il repertorio della performance degli anni '60 e '70, ha coinvolto gli studenti della classe di composizione e altri performers aggiunti per rappresentare a Venezia due opere di Cardini particolarmente legate all'idea estatica e ipnotica di natura: la prima, basata su una poesia di Robert Frost (O quieta e dolce mattina di ottobre), di tipo più tradizionale, l'altra meno facilmente classificabile, a metà tra teatro, performance, musica, pantomima (Neo-Haiku Suite). La presenza dell'autore, i suoi consigli e le sue note di regia costituiranno inoltre un'occasione unica per gli studenti del conservatorio e per il pubblico degli appassionati per vivere da vicino un'esperienza artistica di rara autenticità e rigore formale.

Portrait Cardini
Giancarlo Cardini (1940-), O quieta e dolce mattina d'ottobre. Una poesia di Robert Frost per voce recitante, pianoforte e percussioni, 1990
Giancarlo Cardini, Neo-Haiku Suite per pianoforte, fiori, luci, oggetti e due esecutori, 1970-79

Collettivo Rituale

in O quieta e dolce mattina d’ottobre: Eleonora Costanza voce recitante, Jozef Pjetri pianoforte, Alessio Rossato percussioni

in Neo Haiku Suite: Lucas Carl Christ e Edoardo Micheli officianti, Danilo Abiti, Alessandro Baglioni, Nicoletta Bencini, Eleonora Costanza, Federico Costanza, Alba Dal Collo, Michele Del Prete, Daniele Locatelli, Edoardo Micheli, Riccardo Pes, Jozef Pjetri, Teresa Rizzoli, Orsola Rosa Salva, Alessio Rossato, Gianantonio Rossi, Daniele Sandri, Samuele Scarpa, Sara Tozzato, Riccardo Vaglini, Francesco Zorzini, Luca Zuliani performers

Regia di Riccardo Vaglini

Venerdì 25 marzo ore 18.00, Venezia, Sala Concerti di Palazzo Pisani
Ingresso libero su invito da ritirarsi in portineria. Infotel: 041-5225604

Collettivo Rituale torna sabato 9 aprile 2011 a Venezia in Sala Concerti di Palazzo Pisani con L’arto (l’Arte) fantasma. Affabulazione-concerto di e con Michele Del Prete e Carl Lucas Christ. Produzione Kairòs per Camino Contro Corrente 2010. www.wix.com/collettivorituale/home

Giornata della chitarra classica.. BRAZIL!! (4a ed.) sabato 26 marzo

Glenn Branca: le chitarre oltre, quarta parte


La band di "Ascension" (99 Records, 1981) è un sestetto per quattro chitarre elettriche, basso e batteria. Oltre al leader, l'unico elemento di continuità con line-up precedente è il batterista Stephen Wischerth. Per quanto riguarda il ruolo di chitarrista i nuovi arruolati sono invece il texano Ned Sublette (forgiatore di strampalati motivi western-sudamericani con la sua Sublette Band e collaboratore di John Cage, Peter Gordon, LaMonte Young), il noto Lee Ranaldo (che aveva già avuto modo di suonare con Branca nelle formazioni dirette da Rbys Chatam) e il talentuoso David Rosenbloom (all'epoca membro dei Chinese Puzzle, un trio di musica strumentale che comprendeva anche David Hofstra e John Mernit), mentre al basso troviamo qui Jeffrey Glenn. "Ascension" (ristampato anch' esso dalla Acute nel 2003 resta per molti l'album capolavoro di Glenn Branca e al tempo stesso si colloca tra le massime espressioni del rock colto e sperimentale anni Ottanta (fermo restando gli strascichi e le influenze che da esso discendono e ancora riecheggiano nell' attuale panorama della musica alternativa). Preso da cima a fondo rivela una dinamicità timbrica e armonica stupefacente, risultato di una scrittura per sovratoni che si combina efficacemente ad una dissonanza mantrica prodotta da un' atipica e personale accordatura delle chitarre. L’iniziale Lesson No.2 propone in cinque minuti due temi differenti: uno all'insegna di una sincopata cadenza funky dettata dal basso, l'altro intriso di fendenti chitarristici prodotti ad intervalli sempre più ravvicinati. The Speetacular Cornrnodity dura una dozzina di minuti, il suo è un carosello di noise lancinante che raccoglie in un unico epicentro i riff sovrapposti e le note sciorinate singolarmente da ogni chitarra. L’atmosfera si fa oscura e opprimente, una patina di thrilling avvolge il tam tam percussivo che accompagna la vertigine del ritmo fino al termine del brano. All'intricato e contundente incastro chitarristico di Structure risponde il solenne e reiterato motivo wagneriano di Light Field (In Consonance) mentre The Ascension possiede il pathos tipico del minimalismo, sebbene Branca ne trasformi il lessico trasformandolo in un buco nero sonoro fatto armonici e sovratoni adagiati su un fondale saturo di volumi, qualcosa che nell'insieme rasenta la sacralità e l'imponenza divina.
L‘interesse di Branca per discipline artistiche quali cinema, letteratura, teatro e danza lo portano a collaborare con la coreografa e regista Twyla Tharp per la realizzazione delle musiche del balletto "Bad Smells". John Giorno, uno maggiori esponenti della poesia trasgressiva della Beat Generation invita Branca a includere Bad Smells nell'album "Who You Are Staring At?" pubblicato nel 1982 sulla sua etichetta Giorno Poetry Systems, un disco fatto di parole e musica che si aggiungeva a progetti simili realizzati dal poeta insieme ad artisti e musicisti di grido quali Allen Ginsberg, William Burroughs, John Cage, Frank Zappa, Patty Smith, Laurie Anderson e Philip Glass.

continua domani
La fase sinfonica della produzione discografica di Glenn Branca è inaugurata da "Symphony No. 1 TonaI Plexus" (Roir, 1982), registrata dal vivo nel luglio del 1981 presso il Performing Garage di New York con un organico di sedici musicisti. Strutturata in quattro movimenti, l'opera è stavolta rigorosamente legata alla notazione scritta, dato che Branca inizia a considerare e a dirigere il suo ensemble come una vera orchestra di classica contemporanea. Più che altro il tono fanfaresco, tribaletnico e contrappustico delle quattro composizioni lascerebbe anche pensare ad accostamenti con le produzioni di jazz orchestrale messe in atto nel campo della libera improvvisata, anche perché compaiono, quasi a sorpresa, strumenti a fiato quali sassofono, tromba, corno francese, insieme a doppie tastiere e percussioni. Musicista ma ora più che mai anche compositore e direttore nell'accezione vera di entrambi i termini, Branca organizza e accorda puntigliosamente la sezione delle chitarre (quantificabili nel numero di nove, senza contare le bowed e le steelguitar) in chiave di soprano, tenore, basso e baritono. Nel gruppo dei chitarristi c'è da segnalare sia la presenza dei due Sonic Youth, Lee Ranaldo e Thurston Moore, sia quella di Barbara Ess, richiamata da Branca sulla base degli esperimenti sonori effettuati insieme negli Static. Il primo e il terzo movimento si distinguono basilarmente per il tema progressivamente ascensionale, dissonante e lisergico impostato su accordi in 'mi maggiore'.




Il secondo stringe il cerchio intorno a un'armonia squisitamente minimale, animata da un gran numero di artifizi percussivi e tonalità folkloristiche orientali. Il quarto movimento è invece pervaso da uno spirito assatanato e delirante, introdotto da una linea melodica che sembra aggiornare in modo irrazionale quella di You Got Me degli Static. Sono però pochi attimi che svelano un campo minato disseminato di ferali trovate rumoristico-tribali e incandescenti vampate free-jazz-rock attizzate da soffi di trombe e monocordi riff chitarristici generati in maniera concentrica e avvolgente, agghiaccianti e insostenibili come quelli che riproporranno nel medesimo periodo gli Swans dell'album "Cop".

mercoledì 23 marzo 2011

CONCORSO DI COMPOSIZIONE + ultimo CONCERTO A VILLA REALE





COMPOSIZIONE PER CHITARRA VINCITRICE DEL
III CONCORSO EUROPEO ‘GALLERIA D’ARTE MODERNA DI MILANO’
(I esecuzione assoluta)
ANTONIO COVELLO, Giorni ultimi
Sergio Sorrentino, chitarra
MICHELE SANNA, Stravinsky-Chagall: due
Ritratti scolpiti nel tempo
Gilbert Impérial, chitarra
SEIICHI SHIMURA, Apollo e Giacinto
Silvia Cignoli, chitarra


Nicola Campogrande (1962)
Sei Preludi a getto d’inchiostro (2001)
Gabriele Manca (1957)
Convulsive space (2002)
Sylvano Bussotti (1931)
Ermafrodito (1999), Grande Fantasia Mitologica per chitarra (con un testo di G.B.Guarini)
Elena Càsoli, chitarra
alle ore 18 Chiara Blau, Maria Chiara Pazzi e Nicoletta Saveri leggono l’opera
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il girotondo (Idillio campestre nei prati della pieve a Volpedo), 1906
SALA DA BALLO - VIA PALESTRO 16 – ORE 19
INGRESSO LIBERO SU PRENOTAZIONE - tel.: +39 335 125 7347

Concerto Beneficenza 26 marzo 2011 Verderio Superiore

Glenn Branca: le chitarre oltre, terza parte


Abbandonato questo progetto, Branca forma gli Static, un trio con una sezione ritmica tutta femminile costituita dalla chitarrista-bassista Barbata Ess e dalla batterista Christine Hahn. Gli Static, la prima vera e propria band cui Branca partecipa in veste di leader, costituiscono una svolta nelle sue concezioni riguardo alla composizione, come ravvisa anche egli stesso. Il suono si fa denso, acquista pathos sinfonico e si intuisce per la prima volta l'elemento della progressione, la tensione dell'ansiosa corsa delle celebri «re-tuned guitar» verso il silenzio, il punto di implosione di ogni tema branchiano, e ancora la costruzione meticolosa di una barriera sonora insormontabile,un autentico monolite di suono impenetrabile e minaccio; so. Le sperimentazioni degli Static, soprattutto le esibizioni dal vivo, furono in un certo modo le prove più autenticamente e tradizionalmente «rock» della carriera di Branca, tutte tese a riempire ogni spazio disponibile sul pentagramma, secondo la sovrapposizione di suoni tipica della tradizionale scrittura rock; ma allo stesso tempo furono l'anticipazione di una nuova via alla composizione classica. Sarà questa l'ultima volta che sentiremo Branca cantare (tutto sommato non sarà poi di una gran perdita) ma soprattutto suonare canzoni che per quanto siano stralunate, decadenti e dilatate sono ancora legate al format del rock sperimentale tradizionale. L’idea fondamentale di Branca è quella di estendere temporalmente le sue composizioni, fornendo ad esse una matrice esclusivamente strumentale. La sua frequentazione del punk-rock e la sua cognizione del verbo minimalista lo porta a combinare i due generi nella scrittura c1assicheggiante di stampo colto e post-moderno. L’armamentario doveva essere chiaramente quello del rock, con la chitarra in primo piano a dettare la morfologia in divenire del suono.
All'alba del decennio degli Ottanta, Branca è pienamente immerso nel lavoro di elaborazione di musica per ensemble ristretti di chitarristi. In una suggestiva intervista con il musicista, il giornalista e musicologo Brian Duguid fa notare come John Cage apparisse turbato dai primi lavori del compositore newyorkese. Lo colpiva negativamente, pur riconoscendo un certo valore a quella musica così granitica che qualche affinità aveva paradossalmente con l'assenza del suono, la qualità massimalista di quelle sonorità senza compromessi e il modo violento e dispotico con cui Branca dirigeva le proprie composizioni imponendo una rigida obbedienza ai suoi orchestrali.
Si trattava di pura geometria e l'assoluta mancanza di imprevisti di quella musica, sommata all'altrettanta assoluta mancanza di autoironia, indispettiva non poco Cage, che arrivò a bollare come fascista l'approccio all'orchestrazione di Branca. Branca accusa il colpo, ma col senno di poi tutto ciò aveva un fondo di verità: la predeterminazione giocava un ruolo fondamentale nella sua musica. Eppure la magia di quei suoni, che si reggeva su un'apparente apologia del caos (in realtà nulla di più compatto e preordinato era mai stato musicato per orchestra) e su un irritante e monotono vento sonoro senza soluzione di continuità (un ipnotico malestrum di suoni misteriosi e difficilmente percettibili, risultato dell'intreccio delle parti per chitarra e dagli involontari effetti di feedback), affidava all'imprevisto buona parte del suo fascino.
Branca decide di fare sul serio e riesce a convincere Ed Bahlman, gestore del 99, un negozio di dischi in quel periodo situato in MacDougal St., a fondare appositamente un'etichetta per produrre il suo EP "Lesson No. l'' (99Records, 19HO). Ad accompagnare Branca in questo sfolgorante debutto sono il chitarrista Michael Gross (ex membro dei Fluks, gruppo in cui aveva al suo fianco anche la chitarra di Lee Ranaldo), l'organista Anthony Coleman (stretto collaboratore di Marc Ribot e John Zorn nell'ancora embrionale scena downtown), il bassista Frank Schrider e il batterista Stephen Wischerrh (che da qui in avanti sarà il motore propulsore dei gruppi di Branca).




Ristampato successivamente su CD dall'Acute Records di Daniel Selzer, "Lesson No.1" estende in maniera traumatica l'eco della No Wave in un suono titanico che prende dal minimalismo solo il carattere monocorde e ciclico delle frasi armoniche. È un brano dalla struttura melodica semplice ma la sua dilatazione temporale fa si che la connotazione materica ne acquisti in spessore ed intensità. Il pezzo raccoglie pareri contrastanti nel circuito avantgarde newyorkese, spingendo Branca a espandere la propria intuizione oltre lo steccato davanti al quale s'era fermato in quel momento il collega-rivale Chatham. I club e i locali alternativi dell' East Village vengono disseminanti di annunci e flyer mediante i quali Branca invitava plotoni di chitarristi a presentarsi alle sue audizioni, indette per assemblare l'organico di un nuovo gruppo.

martedì 22 marzo 2011

CONCORSO DI ESECUZIONE PER SOLISTI DI CHITARRA CLASSICA Claxica 2011


Il concorso si svolgerà a Castel d'Aiano ( BO) dal 22 al 24 luglio 2011.
Venerdì 22 luglio 2011 – ore 11.00 sorteggio per determinare l’ordine della prova eliminatoria
Venerdì 22 luglio 2011 – ore 14.00 inizio Eliminatoria
Sabato 23 luglio 2011 - Eliminatoria
Domenica 24 luglio 2011 – Prova Finale

Per l’eliminatoria il tempo massimo a disposizione di ciascun concorrente è di 15 minuti.
Per la prova finale il tempo massimo a disposizione di ciascun concorrente è di 25 minuti.
Nella prova finale è obbligatorio presentare almeno due brani di diverso stile.
Non ci sono brani d’obbligo.
Non è possibile ripetere gli stessi brani nelle due prove.
Prima dell’inizio della prova ciascun concorrente dovrà presentare alla giuria copia dei brani che eseguirà e un documento valido d’identità.
1 PREMIO

Euro 1.000,00 in denaro ( mille ) e Diploma;
Registrazione di un cd per chitarra sola;
Distribuzione del cd con una tiratura di 2.000 copie dalla rivista Sei Corde.
Una chitarra da concerto del liutaio Thomas Holt Andreasen del valore di 3.500,00 euro.
Concerto nell’edizione 2012 del Festival “Claxica”;
Concerto nell’ambito del “Festival Internazionale di Bologna”;
Concerto nell’ambito della rassegna concertistica dell’associazione “PuntoPrimo” ad Asti;
Abbonamento annuale alla rivista per chitarra il “Fronimo”.
2 PREMIO

Diploma
Abbonamento annuale alla rivista per chitarra il “Fronimo”.
3 PREMIO

Diploma
Abbonamento annuale alla rivista per chitarra il “Fronimo”.

Per informazioni contattare:
Giordano Passini
mail: giordanopassini@ousiarmonica.it
Cell. +39 3934753056..

Glenn Branca: le chitarre oltre, seconda parte


Nato nel 1948 ad Harrisburg, in Pennsylvania, Glenn Branca studia recitazione presso l'Emerson College di Boston, dove ha l'opportunità di lavorare ad alcune pieces per coreografie di teatro e danza moderna e fondare nel 1975, insieme a John Rehberger, il laboratorio sperimentale Bastard Theatre. I suoi studi di chitarra sono antecedenti a queste esperienze ma fino al suo trasferimento in quel di New York, avvenuto nel 1976, occupano solo i ritagli di tempo libero. La New York degli ultimi anni Settanta era uno dei posti più hype e cool per artisti "intellettualmente randagi" che come Branca erano assillati dalla missione di rompere gli schemi dell'accademismo avanguardistico riferito ad ogni tipo di estetica. Parallela a questa schiera c'era quella dei musicisti No Wave che volontariamente rifuggivano da ogni categorizazzione commerciale e stilistica, riducevano il punk rock e la montante new wave ai minimi termini per poi amplificarne brutalmente il lessico con azzardate mescolanze di minimalismo, noise, free jazz, disco, funk e black music.
Tutto ciò avveniva tra gli storici club underground dell'East e del West Village (Max's Kansas City e CBCG's) e gli ancora affollati jazz-Iofrs disse minati nel quartiete di Soho a Manhartan. Nel 1978 Brian Eno fotografò brillantemente (ma parzialmente) tale scena sull'epocale compilation "No New York", un disco che per tantissimo tempo fu l'unico documento in grado di dar conto del suono disagiato, mutante e prettamente metropolitano scaturito da un drappello di musicisti e artisti per propria scelta avversi alle logiche commerciali dell'industria del rock. Interessato a molteplici discipline (come tra l'altro molti musicisti attivi in quel periodo a New York: David Byrne, John Lurie, Alan Vega, Arto Lindsay), Glenn Branca conosce nel 1977 Rhys Chatham, l'uomo che in qualche modo segnerà il suo destino di compositore e dal quale mutuerà i primi fondamenti per un approccio massimalista-monumentale alla chitarra elettrica.



Allievo di Morton Subotnick e di LaMonte Young, Rhys Catham è uno dei massimi esponenti del secondo minimalismo newyorkese, responsabile del Kitchen Center di Manhattan dove sostano e si esibiscono tutti i migliori compositori della nuova avanguardia americana. Il progetto di Chatham che trova la luce nel Guitar Trio (composizione per tre chitarre elettriche, basso e batteria) dai marcati connotati hard rock alla cui realizzazione ed esecuzione dal vivo (nel 1977) prende parte proprio Glenn Branca, è quello di formulare una versione del minimalismo fondato sul suono di un gruppo di chitarre elettriche, intonate e accordate per produrre temi melodici basati esclusivamente sui sovratoni.
Branca entra sparato nel circuito No Wave in compagnia del genio sfaccettato di Jeffrey Lohn (musicista, pittore, scrittore e scultore). I due s'incontrano nel loft del poeta Phil Demise e insieme fondano il quartetto dei Theoretical Girls, che oltre a Branca (chitarra, voce) e Lohn (voce, chi­tarra, tastiere) vede della partita il batterista Wharton Tiers (in seguito produttore di grido e ingegnere del suono dei Sonic Youth) e la tastierista-bassista Margaret De Wys (figura ancora oggi impegnata in opere musicali e artistiche d'avanguardia). Rimasti inspiegabilmente fuori dalla scaletta di "No New York", i Theoretical Girls sono stati per tanti anni il segreto più basilare da scoprire e meglio custodito della scena No Wave, almeno fino alla pubblicazione di "Songs 77-'79" (Atavistic, 1997) album antologico e retrospettivo di Branca che presentava l'unico singolo registrato con gli Static e sei pezzi dei Theoretical Girls scelti tra quelli in cui domina il suo apporto vocale.
Rispetto a compagini coeve quali Contorsion, DNA, Mars, Teenage Jesus & The Jerks, Dinosaur L, Red Transistors, Gynecologists e Tone Death (altro gruppo che vedeva la partecipazione di Rhys Chatham), i Theorethical Girls si distinguono innanzi tutto per un approccio mentale assai più intellettuale e sperimentale, trampolino di lancio per canzoni in cui il nichilismo di stampo punk e il plumbeo grigiore metropolitano si mescolano a nubi di minimalismo rumoristico, deliranti squarci avant-rock, cadenze ritmiche simili a catene di montaggio e schizzi di riff di chitarra che coprono di ruggine quei pochi labili legami con il tradizionale rock 'n' roll. Desunti per lo più da demo e registrazioni dal vivo, i brani di questa raccolta suonano primitivi e siderurgici: la musica nevrotizzante e tribale del gruppo ancora non lasciava trapelare le ansie sinfoniche di Branca per il solo fatto che obbediva un po' troppo pedissequamente alle regole del gioco no wave (decostruzione e Improvvisazione): Di lì a poco una nuova fase creativa avrebbe mutato Il rapporto di Glenn Branca con la musica, una fase caratterizzata da un approccio specularmente opposto, basato su un'impressionante stratificazione del suono e sulla scrittura per sezioni.