venerdì 3 dicembre 2010

Setola di Maiale: intervista con Stefano Giust, quarta parte


Come vedete la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario? Tutta questa passiva tendenza ad essere aggiornati e di possedere tonnellate di mp3 che difficilmente potranno essere ascoltati con la dovuta attenzione non comporta il rischio di trascurare la reale assimilazione di idee e di processi creativi? Ve lo chiedo perché vi vedo ancora fortemente ancorati al formato cd, avete mai pensato a una distribuzione tramite mp3?


Sono d'accordissimo con la tua analisi. La crisi comunque c'è perchè alla gente non interessa realmente la musica; scaricare tutta la discografia di questo o quel musicista che vuol dire? Non tutta la musica è usa e getta, va ascoltata più volte, va assimilata… come si fa se hai milioni di mp3 sul tuo desktop? È un ascolto inevitabilmente superficiale, e questo non aiuta la nostra mente di certo. Oggi tutto è fatto per non essere approfondito e questo non creerà una società migliore. Il numero degli artisti da ascoltare è enorme, oggi sempre di più, niente di paragonabile agli anni 60 o 70, per esempio. Già solo per ascoltare i compositori defunti della musica classica ci vorrebbero alcune vite. Bisogna coltivare l'ascolto e purtroppo non s'è fatto molto per far conoscere e amare la musica d'arte; le grandi case discografiche commerciali e i ruffiani che ci gravitano attorno hanno continuato a proporre delle cose oggettivamente orribili e al ribasso continuo (altro che basso continuo!) e continuano a farlo (vedi il già citato X-Factor) e così la musica, quella vera, se n'è rimasta nascosta come ogni verità. E ci vuole un po' di energia per trovarla. Io non piango questa crisi perchè non riguarda Setola che può fischiettare come ha sempre fatto. Siamo fuori da queste logiche, anche se ne subiamo tutti le conseguenze, certamente.
Sono stato più volte contattato per mettere on line il catalogo attraverso l'appoggio di qualcosa come 400 negozi on line, tra cui iTunes: penso che dovrei farlo, ma la mole di lavoro da fare è davvero tanta e io sono solo qui a fare le cose, quindi è un bel casino al momento. Non escludo nemmeno di cominciare a produrre, nel caso di dischi con tirature più elevate, cd o vinili. In ogni caso non smetterò mai di produrre dischi materiali che si possano toccare con le dita e prendere in mano, probabilmente questo è un retaggio della mia generazione, nata con i vinili.


Il Blog si occupa prevalentemente di musica per chitarra e voi avete diversi chitarristi nel vostro catalogo, come sono nate queste collaborazioni e questi contatti?


Negli anni sono tanti i musicisti incrociati sui palchi o per corrispondenza, è una questione di amicizie, di conoscenze reciproche, ma non solo ovviamente, e si finisce spesso a parlare di dischi, mercato e di Setola. Oggi sono numerosi i musicisti che mi contattano per produrre loro dischi, sono passati tanti anni dagli inizi e il marchietto Setola di Maiale è ancora lì, il tempo lo ha storicizzato; per Jean-Michel Van Shouwburg, che scrive per la rivista francese Improjazz, non esiste una realtà simile, per politica e azione, in tutta Europa. Il che mi lusinga ovviamente...
Nel catalogo ci sono oltre 300 musicisti e i chitarristi - alcuni dei quali stanno anche in Guitars - sono presenti con dischi in solo o con i loro gruppi: Domenico Caliri, Olaf Rupp, Mikaele Pellegrino, Pablo Montagne, Denis Biason, Andrey Popovskiy, Enzo Rocco, Stefano Ferrian, IoIoI, Eugenio Sanna, Xabier Iriondo, Antonio Gramentieri, Chris Iemulo, Jonny Drury, Marco Tabellini, Karsten Lipp, Andrea Pezzè, Marco Maurizi, Maurizio Argenziano, Paolo De Piaggi, Ela Orleans, Sergio Cacherano Staropoli, Gareth Mitchell, Matteo Perissutti, Aurelio Toscano, Ninni Morgia, Alessandro Boscolo, Maurizio Suppo, Paolo Caleo, Gi Gasparin.

continua domani

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