giovedì 11 febbraio 2010

L'età oscura del Tango di Rubén Andrés Costanzo parte quarta

Risulta evidente che durante l'età oscura si teorizzava più sul tango di quanto non se ne producesse. Senza dubbio la figura indiscussa dell'epoca oscura fu Astor Pantaleòn Piazzolla, quello che fu invece molto discusso fu il suo modo di fare musica, la musica di Buenos Aires. Non è mia intenzione fare la biografia di Piazzolla, anche se questa da sola sarebbe la storia della età oscura del tango23. Fino ad Astor il paradigma del tango era quello imposto da Julio De Caro negli anni '20 ma, come abbiamo già accennato, dagli anni '50 non ci sarà più un paradigma. A differenza di De Caro, che con il suo stile fa scuola, Piazzolla crea uno stile unico e, oso dire, non ripetibile; le sue composizioni si allontanano infatti dal gusto popolare pur coabitando negli anni con altri compositori di stile Decariano.
Avevamo lasciato Piazzola a Parigi da cui, nel 1955, torna con nuove idee. Ed è nel viaggio verso Buenos Aires che avviene il suo incontro con Horacio Ferrer insieme al quale, negli anni successivi, darà vita ai tanghi più famosi degli ultimi tempi.
Nello stesso anno Astor forma il suo Ottetto che segnerà l'inizio del tango d'avanguardia. Per far conoscere la propria musica dovrà lottare, accese discussioni in radio e televisione, a volte finite a pugni, sono il pane di quotidiano di Astor.
La diatriba sul suo modo di interpretare e comporre tango arrivò a un punto tale che lo stesso Piazzolla non voleva più chiamare tango quello che faceva ma “musica di Buenos Aires”, i tradizionalisti cercarono di contrapporre alla figura di Piazzola quella di Anibal Troilo “Pichuco”, ultimo grande mito degli anni '40, ma per fortuna la saggezza e il rispetto che sempre aveva avuto Troilo per Piazzolla prevalsero sulla logica manichea delle tifoserie.
Negli anni '60, mentre la polemica aumentava e la rinnovazione del tango diminuiva, sembrava che la profezia di Tullio Carella si avverasse: il tango diventava solo un pezzo di storia di Buenos Aires, la gioventù preferiva la musica nueva ola (new wave), ancora il rock nacional non attirava il grande pubblico giovanile. Le case discografiche si limitavano a pubblicare vecchie registrazioni di tango degli anni '40 per soddisfare un pubblico non più giovane; non c'erano più gli importanti locali da ballo, (chiamati Cabarets) come il Chantecler, il Malibù o il Tibidabo che ospitavano le grandi orchestre. La TV ospitava alcuni programmi di tango, presentando in più di un'occasione i lavori di Astor Piazzolla, le radio non avevano più un orchestra di tango stabile come negli anni '40, la musica veniva tutta "in scatola" e i programmi di tango trasmessi erano solo per i nostalgici; ironia della sorte, il tango sempre nostalgico nei suoi contenuti tematici veniva oscurato dalla nostalgia.
Ma si sa, la creatività è il miglior rimedio contro la nostalgia e i creativi sono per definizione in movimento. Astor Piazzolla presentò il suo nuovo tango in diversi programmi televisivi dei primi anni '60; registra e pubblica diversi LP24che si possono trovare oggi nei negozi italiani grazie ad una serie di edizioni critiche. Nel 1968 Astor e H. Ferrer mettono in scena L'operita lirica Marìa de Buenos Aires, volutamente chiamata con il diminutivo di "opera" per evitare confusioni. Marìa de Buenos Aires non fu accettata dal grande pubblico e la critica "specializzata" fu divisa nei suoi commenti, questo progetto costò a Piazzolla un appartamento e un'automobile che vendette per pagare i debiti, ma come tutte le realizzazioni d'avanguardia il successo di Maria verrà qualche decennio più tardi. Nel 1969 la coppia Piazzolla-Ferrer, partecipa al primo Festival Iberoamericano de la Canciòn realizzato a Buenos Aires e vince il 2° premio nella sezione tango con: Balada para un Loco, (del vincitore Hasta el ultimo tren nemmeno la memoria). Il singolo Balada para un loco, interpretato dalla voce di Amelita Baltar, vende nei primi 4 mesi del 1970, 150.000 copie e diventa un successo anche fuori dell'Argentina. Era da molti anni che il tango non entrava nella hit parade, ma la cosa fondamentale di Balada para un loco è il suo ruolo di spartiacque, come nel 1916 Gardel cantando nel teatro Esmeralda Mi noche triste di Castriota-Contursi "inventa" il tango-canzone, Balada cambia il modo di fare il tango-canzone25: fino al 1969 i cantanti di tango si misuravano con le perfomace di Carlos Gadel, quando si impone lo stile di Balada para un loco i gardeliani non avevano più motivo di esistere. Un'altra creazione di Piazzolla, ma di minor successo, fu il disco fatto insieme a Jorge Luis Borges: El Tango26, anch'esso raggiungerà il gusto del pubblico un decennio più tardi.


23 Per materiale in lingua italiana sulla vita di Piazzolla potete consulare:
- Natalio Gorin. Astor Piazzolla. Di Giacomo Editore. Roma 1995
- Revista Profili Amadeus. Numero monografico dedicato a Piazzolla a cura di Ivo Franchi. Anno 2 numero 1/2001
24 Sono stati ripubblicati in Edizione critica i vinili che Piazzolla registrò negli anni '60 e '70. Sony BMG Music Entertainment 2006
25 Prima di "Mi noche triste" il tango si cantava ma, con questo brano si crea uno stile particolare dove parole e musica son concepite come una cosa sola e inscindibile, questo stile è chiamato tango-canciòn (tango-canzone)
26 vinile El Tango LP Polydor 20291 mono 27128 stero

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