giovedì 14 gennaio 2010

Intervista con Luca Mosca, terza parte


Quest’estate al Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano è stata suonata la sua composizione NOTE DEL GUANCIALE. OMAGGIO A SEI SHONAGON per cinque strumenti, ce ne vuole parlare? Non è la prima volta che nelle sue composizioni mostra un certo interesse per l’oriente e per il Giappone…




In realtà non uso mai citazioni né materiale vero e proprio della musica giapponese. Ma mi lascio suggestionare dalla sua essenzialità, dal fascino timbrico e dalla purezza adamantina che ha in essa il frammento.

Parlando di compositori innovativi, che ne pensa di John Zorn, dei suoi studi Book of Heads e della scena musicale downtown newyorkese così pronta ad appropriarsi e a ricodificare di qualunque linguaggio musicale, dall’improvvisazione, al jazz, alla contemporanea, al noise, alla musica per cartoni animati?



Nel caso di John Zorn trovo che la sua spericolatezza sia un punto di forza, ma anche un rischio di sconfinare nel caos, nella mancanza di rigore. E così alcuni pezzi mi piacciono molto, altri li trovo non riusciti.

Come vede la crisi del mercato discografico, con il passaggio dal supporto digitale al download in mp3 e tutto questo nuovo scenario?

Penso si tratti di problemi di mercato che, nel bene e nel male, riguardano ben poco la musica contemporanea.


Parliamo di marketing. Quanto pensa che sia importante per un musicista moderno? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?


Penso che in tutti i tempi i musicisti abbiano dovuto confrontarsi con la committenza perché la loro musica venisse eseguita. Nel mio caso ho cercato di dedicare il maggior tempo possibile alla composizione e di mantenere con i committenti i rapporti di correttezza e rispetto reciproco necessari per svolgere il mio lavoro.


Ci consigli cinque dischi per lei indispensabili, da avere sempre con se.. i classici cinque dischi per l‘isola deserta… Che musiche ascolta di solito?

Ascolto soprattutto Schubert, Sciarrino, Beethoven, Prokofiev, Chopin, Kurtag, Donatoni, Castiglioni, Puccini, Schumann, Bach, Mozart, Ravel, Brahms, Ligeti, Stravinsky! Consiglio vivamente il cofanetto con l'opera omnia di Stravinsky diretta da lui.

Quali sono invece i suoi cinque spartiti indispensabili e qual è la sua composizione a cui è più legato?


Le mie composizioni a cui sono più legato sono le opere America e Signor Goldoni, il ciclo di canzoni per voce, violino e violoncello Words to Score a Rhyme e le Note del guanciale per flauto, viola, chitarra, vibrafono e pianoforte. In realtà sono legato a quasi tutte le cose che ho scritto, e qualsiasi scelta, anche quella che ho appena fatto, sarà sempre arbitraria.

Il Blog viene letto anche da giovani neodiplomati e diplomandi, che consigli si sente di dare a chi, dopo anni di studio, ha deciso di iniziare la carriera di musicista?


Fare il musicista può essere un'esperienza che investe tutta la propria vita o un mestiere come qualsiasi altro. Nel primo caso bisogna avere tanto entusiasmo e tanta passione, e anche spirito di sacrificio e forza di volontà.

Con chi le piacerebbe suonare e chi le piacerebbe suonare? Quali sono i suoi prossimi progetti? Su cosa sta lavorando?

Mi piacerebbe moltissimo lavorare con Cecilia Bartoli, se lei decidesse un giorno di fare musica contemporanea. Sto lavorando a un'opera comica da camera dal titolo Il frustino di Brunilde, dove viene parodiato Richard Wagner.

Grazie Maestro!


Empedocle70

un sentito grazie a Virginia Arancio per aver creato le possibilità per questa intervista.

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