mercoledì 6 gennaio 2010

Intervista con l'Ensemble Frame terza parte


Ho visto che avete nel vostro repertorio anche Serenata per un Satellite di Bruno Maderna, questo pezzo del 1969, scritto su un grandissimo foglio con diversi pentagrammi messi in posizione non orizzontale e non in ordine, è un gioco di combinazioni che lascia all’esecutore libera possibilità rendendolo uno degli esempi più famosi di musica aleatoria. Che scelte avete operato per poter suonare questo pezzo? Avete tenuto presente il percorso musicale scelto da Claudio Ambrosini nella sua trascrizione del 1985?


Le nostre scelte nell’interpretazione di Serenata per un Satellite sono nate esclusivamente dalle indicazioni poste in partitura; abbiamo fatto affidamento sulla musicalità, fantasia e virtuosismo degli esecutori, cercando di collegarci a ciò che ha animato l’esperienza musicale di Maderna. Rifarci ad un’altra esecuzione avrebbe significato tradire in qualche modo il carattere libero e improvvisativo (“ma…! con le note scritte”, come indica Maderna) del brano.


Parliamo di marketing. Quanto pensa che sia importante per un musicista moderno? Intendo dire: quanto è determinante essere dei buoni promotori di se stessi e del proprio lavoro nel mondo della musica di oggi?


Al giorno d’oggi essere ottimi musicisti non basta più. Promuovere con convinzione i propri progetti è una necessità. In realtà era così anche in passato. Pensiamo a Wagner…


Quale significato ha l’improvvisazione nella vostra ricerca musicale? Si può tornare a parlare di improvvisazione in un repertorio così codificato come quello classico o bisogna per forza uscirne e rivolgersi ad altri repertori, jazz, contemporanea, etc? Inoltre, si sente spesso parlare di improvvisazione, a volte di improvvisazione aleatoria nell’ambito della musica contemporanea a volte confondendola con l’azione e il gioco della casualità come per Cage… e lo stesso Derek Bailey ci teneva a distinguere tra chi suona improvvisando e chi suona musica improvvisata… voi improvvisate? E come?


Come tu sottolinei bisogna innanzitutto distinguere bene tra alea e improvvisazione. Come aspetti della creatività musicale di oggi – ma non solo – siamo interessati ad entrambi. L'improvvisazione per il musicista è uno strumento fondamentale, una chiave di volta che deve poter essere in grado di svincolarsi dagli stereotipi e dagli stilemi di genere per poter aprire degli spazi nuovi di intervento ed acquisire un senso ed una direzione.


Frank Zappa nella sua autobiografia fece una dichiarazione di intenti un po’ sconcertante: Se John Cage per esempio dicesse “Ora metterò un microfono a contatto sulla gola, poi berrò succo di carota e questa sarà la mia composizione”, ecco che i suoi gargarismi verrebbero qualificati come una SUA COMPOSIZIONE, perché ha applicato una cornice, dichiarandola come tale. “Prendere o lasciare, ora Voglio che questa sia musica.” È davvero valida questa affermazione per definire la musica contemporanea?


L’esperienza di Cage rappresenta un caposaldo della musica del ‘900, ma non può definire la musica di oggi; da un lato perché, pur la sua eco facendosi sentire fino ai nostri giorni, costituisce ormai una fase storica del percorso creativo; dall’altro perché le esperienze musicali contemporanee sono così varie che andare alla ricerca di una definizione che le racchiuda tutte sarebbe impossibile. In ogni caso abbiamo constatato che l’“artigianato” rappresenta ancora una parte importantissima nel lavoro dei compositori contemporanei.

Nessun commento: