mercoledì 1 luglio 2009

Recensione di Rito di Daisuke Suzuki, fontec 1995

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Fa timidamente capolino nella copertina del libretto tra le sue chitarre, con discrezione e riservatezza tutta orientale, il nipponico Daisuke Suzuki, autore di quel bel cd che è rimasto “incollato sul piatto” (una volta di diceva così) del mio lettore per diversi giorni, impedendomi di ascoltare qualunque altra cosa.
Devo dire che la scelta di acquisto è stata davvero azzeccata, l’avevo comprato stuzzicato dalla presenza delle Tres Danzas Concertantes di Leo Brouwer, qui eseguite in world premiere recording assieme al chitarrista Joaquin Clerch, ma alla fine mi sono lasciato conquistare sia dalla bellezza delle musiche qui eseguite che comprendono anche la Suite in E major di Bach, le due parti del Rito de los Orishas, sempre di Boruwer e quattro pezzi (Secret Love di Sammy fain, Over the Rainbow di Harnold Arlen, Song of Early Spring di Akira Nakada e l’irlandese Londonderry Air) tratti dalle 12 Songs for Guitar di Toru Takemitsu, che dalla bravura del chitarrista giapponese perfettamente a suo agio su un repertorio così vario e interessante.

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Nulla di pesante, nulla di forzato, si sente la notevole perizia del concertista ma le musiche vengono eseguite con grazia, concentrazione e totale dedizione senza mai annoiare e creando un piacevole tappeto sonoro su cui è facile rilassarsi.
Registrazione pulita e precisa, peccato solo per il libretto scritto solo in giapponese e quindi di difficile decifrazione. Nippon kokoro.

Empedocle70

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