giovedì 30 luglio 2009

Recensione de L’arte chitarristica di Mauro Storti, Eco 2009

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Qualche tempo fa era apparso sul Forum Delcamp dedicato alla chitarra classica una richiesta di alcuni appassionati, tra cui il sottoscritto, al Maestro Storti affinché provvedesse alla ristampa di due suoi dischi realizzati negli anni ‘70 e ormai rintracciabili solo nei circuiti degli appassionati e collezionisti di dischi di vinile.
Finalmente oggi questa lacuna è stata colmata con la ristampa da parte della Casa Musicale Eco di un cd che filologicamente riporta questi due Lp. Penso di poter dire con assoluta tranquillità che la ristampa de “L'Arte Chitarristica di Mauro Storti” si inserisce in questo recupero storico di registrazioni da troppo tempo consegnate al fluire del tempo. Ora, finalmente, l’eccellente lavoro di restauro e mastering da parte di Marco Taio, allievo del Maestro Storti e titolare della cattedra di chitarra presso il Conservatorio "G. Nicolini" di Piacenza, ci restituisce il piacere dell’ascolto di questi due Lp :LA VOCE E LA CHITARRA (LP Bentler 3011) inciso nel 1970 e L'ARTE CHITARRISTICA DI MAURO STORTI (LP Podium 1051) del 1974.
Sia la Bentler che la Podium erano due case discografiche nate negli anni ’60 sull’onda dell’entusiasmo verso la musica italiana. L’incisione del disco della Bentler venne effettuata con un registratore Grundig in diretta, ossia senza tagli, ne interventi di sorta. Di questo disco nella ristampa è stato volutamente impiegato solo il lato B (interamente chitarristico) tralasciando il lato A contenente il repertorio canto e chitarra e quindi meno interessante.
L’incisione del secondo Lp Podium 1051, venne realizzata con mezzi più professionali in un vero studio di registrazione e risale dunque al 1972, come pure il repertorio, che risente ancora ovviamente della forte influenza Segoviana e che vede anche la presenza del classico “Giochi Proibiti”.
Quale l’interesse per questo tipo di operazioni? Sicuramente il piacere di ascoltare all’opera uno dei più importanti esperti di didattica italiani, ma anche, finalmente, la possibilità di far emergere dalla camera del tempo un momento di storia chitarristica italiana. Anni eroici quelli, anni di pionieri in un momento in cui poco e nulla si sapeva della chitarra come strumento per la musica colta e in cui era ben lontana la sua presenza assidua nei conservatori. Parola magica quindi quella della “ristampa”, che rimanda direttamente ad una preoccupazione con l’archivio, con il passato, con la storia: quanti suoni, quante partiture, quante cose non avremo mai più la possibilità di ascoltare?
Ora anche il Recital del Maestro Storti ha la possibilità di resistere nel tempo e al tempo.

Empedocle70

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