martedì 30 giugno 2009

Suggestioni estive al MIC


Prende l’avvio domani sera, mercoledì 1 luglio, alle ore 21.15, la rassegna di spettacoli intitolata Suggestioni estive al MIC, presso il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza.
Ad esibirsi sarà un duo – Maurizio Barbetti alla viola, Paolo Zannini al pianoforte – che eseguirà un programma tutto incentrato sul Novecento, che si estende dalla musica colta (Erik Satie, Arvo Pärt, Heitor Villa Lobos), al jazz (Chick Corea), fino a brani popolari (Astor Piazzola, Carlos Gardel) opportunamente rielaborati per i due strumenti.


Le Suggestioni estive al MIC proporranno al pubblico numerosi concerti - il cui calendario interessa i mesi di luglio, agosto e settembre – anche in collaborazione con associazioni musicali quali il Festival Internazionale del Sassofono, il MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti, Diatonia, Coop. Tratti. Anche nell’edizione 2009 i piccoli visitatori del Museo potranno divertirsi con le rappresentazioni per loro ideate dalla nota compagnia teatrale di Cervia Arrivano dal Mare.
Agli spettacoli verranno abbinate alternativamente visite guidate a tema e degustazioni eno-gastronomiche.
L’ingresso è gratuito.

Per informazioni:
Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza
viale Baccarini, 19
48018 Faenza (RA)
Tel 0546 697311/ 308
Fax 0546 27141
info@micfaenza.org
http://www.micfaenza.org/

File Under Culture&Art 1.0.7



Potremmo allora concordare sul fatto che non c'è niente di assoluto nel valore o non‑valore estetico di un suono, di una fotografia, di un quadro e che non dobbiamo nemmeno prendere in considerazione la questione del valore estetico con la prospettiva di arrivare a una qual­siasi risposta univoca: potrebbe avere un valore per voi e un altro per me e valori diversi per tutti noi in un altro momento. E soprattutto potrem­mo dire che non c'è nulla di assoluto nel valore estetico di un Rembran­dt, di un Mozart o di un Basquiat.

Questa prospettiva vi spaventa? Vi affascina?

Fate attenzione perché la cosa è più complessa di quello che sembra: questo cambia anche il punto di prospettiva con cui osserviamo l’Artista. Questo cambia radicalmente quella mitologia che si basa sull'idea di geni, di perso­ne talmente eccezionali che le loro opere devono essere isolate, protette e circondate da complessi sproloqui.
E se provassimo a definire il lavoro di "artista" come "una persona che crea situazioni nelle quali è possibile avere un'esperienza artistica"? Allora potreste accettare la nozione che un artista può essere qualcuno che vi convince, con ogni mezzo, compreso un oltraggioso imbroglio: che il silenzio di Cage è di fatto un pezzo musicale.
Spingiamoci un po’ più in là: supponete ora che questi mezzi possano comprendere la creazione di “eventi mediatici”, reti di movimento e chiacchiere che vi fanno pensa­re che siate in presenza di qualcosa di speciale... un evento in sé è minimo ma il movimento è abbastanza potente da trasmettervi entusiasmo e far­vi divertire molto. Questo è andare troppo lontano?
Supponete di poter persino pensare a voi stessi come evento mediatico, come l'innesco stesso dell'esperienza, così che tutto ciò verso cui diri­gete la vostra attenzione si tramuta misteriosamente in arte, e, peggio, supponete che le persone vogliano questo, vogliono crederci e far sì che tutti gli altri ci credano. Chi è l'artista, allora? Voi o loro? Chi ha in mano il telecomando?


lunedì 29 giugno 2009

TRIO MODIGLIANI MERCOLEDI' 1 LUGLIO ore 21.15 TERME TETTUCCIO a Montecatini

MERCOLEDI' 1 LUGLIO ore 21.15

TERME TETTUCCIO

TRIO MODIGLIANI
grandi interpreti a Montecatini

Mauro Loguercio violino
Francesco Pepicelli violoncello
Angelo Pepicelli pianoforte

Robert Schumann Trio n.1 in re minore op.63

I.Mit Energie und Leidenschaft:
II.Lebhaft, doch nicht zu rasch - Trio
III.Langsam, mit inniger Empfindung - Bewegter
IV.Mit Feuer

Giuseppe Martucci Trio n.2 in mi b maggiore op.62

I.Allegro
II.Scherzo. Allegro molto
III.Adagio
IV.Finale. Allegro vivace

Trio Modigliani
Quando sei in un paese straniero riconosceresti un tuo simile fra mille.
Questo è successo a noi tre anni fa.
Dopo un programma tutto Schubert, a qualche giorno di distanza, ci siamo telefonati e ce lo siamo detto: vogliamo
suonare insieme.
E da lì è incominciato.
Era già bello all'inizio, si camminava e ci si guardava intorno. E pian piano i paesaggi che già conoscevamo - tutti
e tre avevamo già fatto trio - hanno incominciato a cambiare, o meglio era come cambiare occhiali, e le note e le parole che li volevano descrivere diventavano più visionarie, il tempo delle prove si fermava, ci si permetteva di dire delle cose che solo fra amici intimi, fra fratelli, ci si dice.
Mauro, figlio unico, Angelo e Francesco, fratelli.
I suoi fratelli.
E poi è venuto il concerto a Londra, il Brasile, il concerto in Sala Verdi a Milano, Vicenza, la Scuola Normale
Superiore a Pisa, il Teatro Nuovo a Udine, il Quirinale, il Triplo di Beethoven.
Perché sì, era inevitabile, che si incontrassero.

File Under Culture&Art 1.0.6



Cambiare noi stessi. Penso sia questo quello che cerco quando guardo immagini, leggo libri e ascolto musica. Con il piccolo distinguo che “cambiare noi stessi” signi­fica anche accendere la radio quando ci annoiamo, per passare dallo stato di persona annoiata allo stato (cambiato) di persona meno annoia­ta o annoiata in modo diverso. Naturalmente preferiremmo pensare che l'arte che ammiriamo faccia qualcosa di più che alimentarci di mere sen­sazioni per sottrarci alla malinconia della nostra esistenza quotidiana …. chissà poi il perché … forse tutta la creatività umana è un disperato tentativo di occupare il breve spazio o l'infinito gap tra nascita e morte …. ma forse ci piace pensare che l'arte ci ricostruisce in qualche modo, ci rende più pro­fondi, migliori. Proviamo ad approfondire questo concetto smettendo di pensare alle opere d'arte come oggetti (crisi del collezionismo feticista?) e iniziando a considerarle “inneschi per l'esperienza”.
Ciò risolve diversi problemi: non dobbiamo discutere se le fotografie siano arte o se lo siano le performances, o se lo siano i silenzi di Cage o l’action painting di Pollock o Anarchy in UK dei Sex Pistols perché diciamo: Arte è qualcosa che accade, un processo, non una qualità, e qualsiasi cosa può farla accadere.
Supponete quindi che ciò che rende "bella" un'opera d'arte per voi non sia qualcosa che già si trova "dentro" di essa ma qualcosa che avvie­ne dentro di voi, così che il valore dell'opera sta nella sua capacità di provocare il genere d'esperienza che chiamate arte.
E’ allora possibile, all'interno di un contesto di giuste aspettative, che il rumore della pioggia diventi un'esperienza musicale., così come è possibile che voi abbiate esperienze del tutto diverse dalle mie, il che non dice nulla sul “valore estetico musicale “ della pioggia ma rivela tutto sulle nostre percezioni separate rispetto a essa, sulle nostre diverse aspettative e predisposizioni culturali.

domenica 28 giugno 2009

Divenire - Rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica e il postumano


Il terzo volume di Divenire - Rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica e il postumano - è dedicato interamente al futurismo. Quest’anno ricorre il centesimo anniversario della nascita di questo movimento culturale e non poteva presentarsi occasione migliore per mettere in luce le non poche affinità tra il futurismo storico e il transumanesimo contemporaneo. In particolare, gli autori del volume si sono concentrati - partendo da diverse prospettive ideologiche e disciplinari - su aspetti comuni ai due movimenti, come il culto della tecnologia, l’idea di uomo moltiplicato, la neofilia, l’esaltazione della giovinezza e della vitalità, la guerra all’invecchiamento e alla morte, la sfida alle stelle, il sogno di ricostruire l’universo, l’innovazione radicale degli ambienti e delle forme di comunicazione, lo spirito rivoluzionario.
Dopo l’introduzione di Stefano Vaj, che indica nella rinascita del futurismo la chiave per il “ritorno sul promontorio dei secoli” delle attuali generazioni, per la sezione Attualità, abbiamo un lungo e intenso saggio del politologo di fama internazionale Guillaume Faye (“Futurismo e modernità”), che invita gli europei a ritrovare le proprie radici storiche nel paganesimo e a far proprio lo spirito futurista per tornare a costruire la propria storia. Chiudono la sezione due manifesti scritti in occasione delle celebrazioni del 20 febbraio scorso: il primo del celebre Graziano Cecchini, al secolo “Rosso Trevi”, e il secondo redatto dai futuristi Roberto Guerra e Alessio Brugnoli, entrambi intesi a marcare a fuoco le date 1909 e 2009.Nella sezione Genealogia si trova un saggio del curatore Riccardo Campa (“Il superuomo del futurismo. Tra immaginario tecnologico e socialismo rivoluzionario”) che ricostruisce gli orientamenti politici del futurismo storico e stabilisce un legame genetico con il transumanesimo odierno; uno scritto di Adriano Scianca (“L’uomo moltiplicato”) che evidenzia l’anticipazione dell’idea di postumanità nel futurismo; e infine un’interessante articolo di Andrea Aguzzi sui legami genetici tra l’attuale musica elettronica ed industrial e le sperimentazioni di Balilla Pratella e Luigi Russolo nel primo Novecento (“Il linguaggio musicale futurista”).
In Futurologia si trova un articolo di Francesco Boco (“Futurismo e fantascienza”) volto a sottolineare il legame tra la cultura futurista e la letteratura dell’immaginario tecnologico. Si tratta di un contributo importante, perché la critica letteraria stenta a riconoscere questo legame. Segue un saggio di futurologia retrospettiva del poeta Roberto Guerra (“Marinetti e il Duemila”) che evidenzia tutta la attualità e la dimensione profetica del pensiero del fondatore.In chiusura, come sempre, abbiamo le recensioni e gli inviti alla lettura della sezione Libreria. Qui, Mafalda Grandi (“Futurismo, politica e Politica”) esprime le sue impressioni a caldo sul libro La nostra sfida alle stelle dello storico Emilio Gentile, volto a ricostruire l’impegno e l’orientamento politico dei futuristi.

Si può acquistare su:
http://www.sestanteedizioni.com/index.php?pagename=index&cPath=2&osCsid=63a9d9c4b1acc1c0345ce5a8b7bdb4b7

A proposito di chitarra... classica Venerdì 3 luglio 2009 ex Convento di San Francesco - Conegliano

ADGPA - Istituto Musicale "Benvenuti" - Conegliano
Venerdì 3 luglio 2009
ex Convento di San Francesco - Conegliano
(nei pressi della Stazione FS - vicino al Teatro Accademico)

A proposito di chitarra... classica
con
Florindo Baldissera
Bach Guitar Duo
Florindo Baldissera & Vittorino Nalato
Dario Sonego, Leonardo de Marchi, Massimo Borgobello, Francesca Naibo, Giacomo Costantini

Ingresso 20 €Non è necessario iscriversi, basta presentarsi all'inizio della manifestazione

ore 14.30 CONCERTO commentato da Florindo Baldissera

M. CASTELNUOVO TEDESCO
Capricho de Goya n. 20 - Sonata op. 77
Leonardo de Marchi

M. CASTELNUOVO TEDESCO
Capriccio diabolico
Massimo Borgobello

F. SOR Studio op. 6 n. 11
Francesca Naibo

J. TURINA Sevillana
Dario Sonego

J. TURINA Fandanguillo
A. JOSÉ Pavana triste - Minueto
Giacomo Costantini

J. DOWLAND Lachrimae antiquae
H. VILLA LOBOS, Studi VIII e XI
Dario Sonego

L. BROUWER, Sarabande de Scriabine
A. BARRIOS, Julia Florida
Francesca Naibo

ore 16.30 SEMINARIO: La trascrizione come forma d'arte: Bach per 2 chitarre
a cura di Florindo Baldissera

con ascolto di esempi musicali registrati e dal vivo
partecipano Vittorino Nalato e il Bach Guitar Duo

ore 21.00 CONCERTO

aprirà il Bach Guitar Duo
J.S.BACH
Preludio BWV 948 - Preludio e Fuga BWV 888
Corali BWV 698 - 645 - 859 - 616 - Allemande et Courante BWV 646
J.Ch.WITT
Passacaglia in diciotto partite


INFORMAZIONI
Istituto Musicale "A. Benvenuti"
via Einaudi 77 - 31015 Conegliano - tel 0438 64364 - 329 6709829
info@istitutomusicalebenvenuti.it

ADGPA
http://www.adgpa.it/la_convention.htm

sabato 27 giugno 2009

CONCERTO del DUO PEPICELLI a Novi di Modena 28.06.09

CONCERTO del DUO PEPICELLI a Novi di Modena 28.06.09

PROGRAMMA
Giuseppe Martucci (1856-1909)
Due Romanze op. 72 (1890)
n. 1 - Andantino con moto
n. 2 - Moderatodai Tre pezzi op. 69 (1888)
n. 3 – Allegro in la minore
Robert Schumann (1810-1856)
Fantasiestücke op. 73 (1849)
Zart und mit AusdruckLebhaft, leichtRasch und mit Feuer

---------

Gabriel Fauré (1845-1924)
Élégie in do minore op. 24 (1896)
Achille-Claude Debussy (1862-1918)
Sonata (1915)
Prologue
Sérénade et Finale
Jacques Offenbach (1819-1880)
Rêverie au bord de la mer (1839)
La course en traîneau, "étude caprice" (1849)

Mettere insieme due mondi, quello della musica classica e quello del Parmigiano-Reggiano, apparentemente così distanti, è la sfida che si rinnova anche quest'anno ne "I Concerti della Via Lattea". Per il settimo anno Arci Nuova Associazione, in accordo con il Consorzio del Parmigiano-Reggiano – grazie al sostegno delle amministrazioni comunali ed al patrocinio della Regione Emilia-Romagna, delle Province di Reggio Emilia e Modena, della Comunità Montana dell’Appennino Reggiano e delle Camere di Commercio di Reggio Emilia e Modena – propone anche per il 2009 una serie di concerti di musica classica all’interno dei caseifici del territorio della zona di origine.

CURRICULUM DUO PEPICELLI
Il Duo Pepicelli rappresenta la sintesi di una innata affinità spirituale e di una costante ricerca musicale svolta parallelamente dai fratelli Angelo (pianoforte) e Francesco (violoncello).I maestri che hanno contribuito alla formazione e alla maturazione del duo sono il Trio di Trieste (Scuola di Duino), Jones, De Rosa e Baldovino (Scuola di Musica di Fiesole), Filippini (Accademia Stauffer), Canino, Palm, Geringas; hanno evidenziato "le ragguardevoli doti strumentali, la matura e raffinata educazione musicale, la qualità delle esecuzioni, l’integrità con cui servono la Musica" e pongono il duo "in primo piano tra i complessi cameristici italiani".Il Duo ha ottenuto premi in numerosi concorsi di musica da camera nazionali e internazionali, fra cui il “Gui” di Firenze e quello di Caltanissetta.L’attività concertistica ha portato i due musicisti in duo o da soli a suonare in molte delle maggiori associazioni italiane e in Francia (Parigi-Salle Gaveau, Reims-Festival “Les flaneries musicales d’été”), Germania (Lipsia, Berlino, Colonia, Brema e Amburgo), Giappone (quattro volte a Tokyo, Suntory e Casals Hall), Spagna (Barcellona e Siviglia), Austria (Vienna e Salisburgo), Danimarca, Belgio, Rep. Ceca, Croazia, Bulgaria (Sofia-Settimane Internazionali), Portogallo, Polonia, Stati Uniti (New York-Carnegie Hall, Washington), Brasile e in altre nazioni.Molte sono le collaborazioni dei due musicisti in concerti di musica da camera, fra l’altro alle Settimane Internazionali di Napoli, al Festival di Brescia e Bergamo, al Festival dei Due Mondi, alle Settimane al Teatro Olimpico e alla Biennale di Venezia. Tra i direttori con cui hanno collaborato come solisti sono da segnalare Gatti, Panni, Sutey, Reck, Zanini e Acs. Di notevole significato è la recente formazione con il violinista Mauro Loguercio del Trio Modigliani, che ha esordito a Londra nel maggio 2006, poi ha effettuato una lunga tournée in Brasile ed è stato invitato di nuovo in Sud America; nel 2008 ha suonato per prestigiose società di concerti italiane (Società dei Concerti di Milano, Concerti del Quirinale in diretta RADIOTRE RAI, Scuola Normale di Pisa, Amici della Musica di Vicenza, Teatro di Udine, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Società “L. Barbara” di Pescara, Ass. Filarmonica Umbra) e per il festival di Musica da Camera della Stiria ( dove è stato già invitato di nuovo per l’estate prossima); nel 2009 sarà ospite tra l’altro della stagione dell’Unione Musicale di Torino. I fratelli Pepicelli hanno inciso, ricevendo lusinghiere recensioni dalle maggiori riviste specializzate italiane e straniere, l’opera completa per violoncello e pianoforte di Casella e Martucci (Dynamic) e composizioni di Busoni, Cilea, Petrassi, Margola e Nielsen (Bongiovanni); insieme al violinista Rizzi e all’Orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Panni hanno registrato il Triplo Concerto, il Concerto per violoncello e il Concerto per pianoforte e archi di Casella (Dynamic). Il Duo ha registrato un CD per Naxos con l'opera completa di Busoni e Respighi per violoncello e pianoforte, uscito in commercio nel maggio 2004 come cd del mese. E' stato pubblicato nel dicembre 2002, invece, un CD intitolato "encore!" per la Velut Luna con i bis del duo, in occasione dei 20 anni di attività, festeggiati anche con un concerto al Palazzo del Quirinale a Roma (in diretta Radiotre). Il Duo Pepicelli si è affermato sin dagli anni Novanta come il duo di riferimento per quel che riguarda il repertorio italiano dell’Ottocento e del Novecento storico, per poi intensificare negli ultimi anni l’attenzione per il repertorio contemporaneo, anche con la commissione di composizioni, eseguite in prima assoluta, a Carlo Boccadoro, Nicola Campogrande, Fabrizio de Rossi Re, Fabrizio Festa, Claudio Rastelli, Eddy Serafini e Nicola Straffelini.L’insegnamento li vede impegnati, rispettivamente, al Conservatorio di Perugia (musica da camera e violoncello) e all’Istituto Pareggiato di Terni (pianoforte), oltre che in corsi di perfezionamento in Italia, a Piediluco, in Giappone e in Polonia.(ultimo aggiornamento, 25.11.2008)

www.duopepicelli.it

lunedì 15 giugno 2009

Ferie!

Care Amiche e cari Amici ... ebbene sì sono arrivate le ferie!

venezia08


Il Blog si prende una pausa di relax fino al 28 giugno .. quando ci vuole.. ci vuole!

Un saluto a tutti, ci ritroviamo qui puntuali lunedì 29 giugno!

Salutoni
Empedocle70

domenica 14 giugno 2009

MASTERCLASS INTERNAZIONALE DI CHITARRA - BRESCIA GUITAR SUMMER SCHOOL 4-11 LUGLIO 2009

MASTERCLASS INTERNAZIONALE DI CHITARRA 2009

Brescia 4-11 Luglio 2009
Brescia Guitar Summer School 2009


Masterclass
GIULIO TAMPALINI


Seminari

DUO MACCARI PUGLIESE
FABIO MAIDA
GIOVANNI PODERA



Conferenze

ROBERTO BRUSOTTI
GIACOMO PARIMBELLI

Mario Castelnuovo-Tedesco: Luci sonore di un compositore post-moderno
Documenti e filmati inediti del ‘900 chitarristico

MASTERCLASS

Il corso è aperto a tutti i chitarristi, studenti e professionisti, e a tutti gli interessati e prevede lezioni individuali, seminari e discussioni di interesse comune. I partecipanti potranno iscriversi al corso in qualità di allievi effettivi o uditori, sia come solisti sia in formazioni da camera, di qualsiasi nazionalità e di qualsiasi età. Il M° Giulio Tampalini svolgerà le lezioni giornaliere di tecnica e interpretazione. I seminari saranno tenuti dal M° Fabio Maida (6 luglio) sui nuovi sistemi di diteggiatura, dal Duo Maccari-Pugliese (7 luglio) sulla musica di chitarra dell’Ottocento e dal M° Giovanni Podera (8 luglio) sul repertorio per chitarra contemporaneo. Le conferenze saranno tenute dal Prof. Roberto Brusotti (4 luglio) sulla figura storica di Mario Castelnuovo-Tedesco e dal M° Giacomo Parimbelli (9 luglio) su documenti e filmati inediti del ‘900 chitarristico.

La sede delle lezioni è il Salone della Fondazione Civiltà Bresciana, in vicolo San Giuseppe 5, a Brescia.

Le lezioni iniziano sabato 4 luglio alle ore 9.00 e terminano sabato 11 luglio alle ore 18.30. L’orario giornaliero è il seguente: 9-13 / 14.30 – 18.30Il programma di studio da presentare alle lezioni è a libera scelta dell’allievo.

CONCERTI

Durante il periodo dei corsi si svolgeranno alcuni concerti tra i quali:

5 luglio - Duo Fabio Maida - Giulio Tampalini
8 luglio - Giuseppe Chiaramonte
10 luglio - Duilio Meucci
11 luglio – Concerto finale del corso


INFORMAZIONI E ISCRIZIONI

Per iscrizioni e informazioni telefonare al numero:

Tel. 3470789481 - M° Antonio D’Alessandro
oppure spedire una e-mail a: info@accademiadellachitarra.it
Accademia della Chitarra di Brescia
Vicolo San Giuseppe 5 - 25122 Brescia
http://www.accademiadellachitarra.it/

Giuseppe Chiaramonte in concerto 8 luglio Brescia


Concerto di chitarra classica

Mercoledì 8 luglio 2009 ore 18.00

Salone “Dott. Mario Piazza”
Fondazione Civiltà Bresciana
Vicolo San Giuseppe 5, Brescia, Italia

Chitarrista:
GIUSEPPE CHIARAMONTE

Programma:
Chitarra elegiaca

JOHANN KASPAR MERTZ (1806-1856)
Elegia

AUGUSTIN BARRIOS MANGORÉ (1885-1944)
Julia Florida
La Catedral (Preludio “Saudade“, Andante Religioso, Allegro Solemne)

MANUEL DE FALLA (1876-1946)
Homenaje (Le Tombeau De Claude Debussy)

FRANCIS KLEYNJANS (1951)
Fado

NIKITA KOSHKIN (1956)
Usher-Valse

Ente Organizzatore:

Accademia della Chitarra di Brescia
http://www.accademiadellachitarra.it/
Direttore: Maestro Giulio Tampalini

http://www.giuseppechiaramonte.blogspot.com/

sabato 13 giugno 2009

A. GILARDINO: QUINTETTO DI LUCEDIO G. Tampalini - Solisti dell'OCB







VOCIFERAZIONI 2009 Alle fünf Maurizio Pisati Riva del Garda 28 giugno 2009



VOCIFERAZIONI2009


Cortile della Rocca, Riva del Garda 28 giugno 2009, h. 21.00.


Percussione (3TomTom, 5ThajGongs,LogDrum, Catene, Vetri), Voce, TracciaAudio e AudioVideo




Testo e Voce Paolo Nori




Percussione solista Riccardo Balbinutti




• Preludio del pianto / Sul muro I /Children’s War Questions / Sul muro II /Postludio zum Tode•


Alle fünf, tutti e cinque a morte: con queste parole, dopo la strage nazifascista del 28 giugno 1944 a Riva del Garda, il regime compie l’ennesimo tentativo di estorcere un tradimento a cinque prigionieri in giovane età. Per alcuni di loro, e per tanti altri, fu la fine di ogni età, mentre per quelli che poterono e vollero continuare a lottare, fu il momento in cui si trovarono cresciuti e responsabili della propria e dell’altrui salvezza. Alle fünf è una musica in cinque momenti, come scritta sui muri, dove il suono tenta con rispetto di tornare indietro nei cuori e nella memoria, per ritrovare il coraggio e la forza di piangere. Il pianto per le guerre, in fondo, è sempre pronto e, allora come oggi, spesso nasce da una scritta sul muro, una scrittura così forte da accendere il fuoco. In Alle fünf suonano pelli, legni, metalli, vetri, una voce, le campane di Riva e le pietre della Rocca, domande di bambini sulla guerra, voci sparse.


venerdì 12 giugno 2009

Secondo appuntamento dei concerti della serie "6 corde molte mani"

Secondo appuntamento dei concerti della serie "6 corde molte mani"
Sempre alle 18.30,stasera presso le Scuole Medie Statali "l. Stefanini" di Treviso, Viale III Armata, 3531100 Treviso (TV)
Il programma prevede, anche per questa data, 6 esecutori:
* Carlo Mattiuzzo replica: Allemanda dalla Suite bwv 996 e Fuga bwv 1000 di Bach
* Francesca Rossetto suonerà: Tango en skai di Roland Dyens, Merengue di Alirio Diaz e Verano porteno di Piazzolla
* Valentina Luz Rigato replica: Reverie di Regondi
* Alessandra Funaro suonerà in duo con il chitarrista Roberto Desimoi: alcune improvvisazioni su basi preparate da lei
* Dario Pisasale replica: "Bensusan", "Eleven small roaches", "The funky avocado" di Michael Hedges, "Night after sidewalk" e "Playing with pink noise" di Kaki King

Alla fine è prevista l'esecuzione collettiva di Libertango di Piazzolla con l'intervento di alcuni allievi del Maestro Rado.

http://6cordemoltemani.blogspot.com/2009/06/ii-concerto-della-serie-6-corde-molte.html

per info tel:0422 546395

Recensione di Neshamah di Tim Sparks, Tzadik 1999

P1000476

Abbiamo già parlato di Tim Sparks in occasione della recensione di Masada Guitars essendo uno dei tre chitarristi impegnati in quel bellissimo disco di musiche zorniane specificatamente previste per la chitarra acustica.
E’ sempre bello riascoltare la sua musica per questo ottimo Meshamah (Songs from the Jewish Diaspora) uscito sempre per la meritevole Tzadik ormai 10 ani fa, e dove la chitarra acustica di Sparks mette a disposizione le sue corde per un quindici canzoni ebraiche, principalmente sefardite, raccolte dalle diverse comunità ebraiche dagli angoli del mondo.

P1000478

Il disco è veramente piacevole, assolutamente lontano dalle schizofrenie di Zorn e da qualunque forma di linguaggio ostico, dolci e serene melodie, da tono rilassato, meditabondo e volte melanconico che scorrono tranquille … quasi profumando l’aria.
C’è un gusto antico e allo stesso moderno di spezie, profumi orientali, dolci di mandorle, di una musica che una grande tradizione e che ha a lungo viaggiato, una grande anima.

Empedocle70

giovedì 11 giugno 2009

Sofia Gubaidulina a Firenze Domenica 28 giugno


Domenica 28 giugno 2009

ore 21.00

FIESOLE, BASILICA DI SANT'ALESSANDRO


S.Gubaiduina: Repentance (prima italiana) per violoncello, tre chitarre e contrabbasso

F.Mendelssohn: Sonata in Re maggiore n.2 op.58 per violoncello e pianoforte

S.Gubaiduina: Quasi hoquetus per fagotto, viola e pianoforte


NemEnsemble

Francesco Dillon, violoncello

Luigi Attademo, chitarra

Duccio Bianchi, chitarra

Gisbert Watty, chitarra

Anita Mazzanti, contrabbasso

Paolo Carlini, fagotto

Stefano Zanobini, viola

Matteo Fossi, pianoforte



mercoledì 10 giugno 2009

Primo concerto della serie "6 Corde Molte Mani"

Istituto Diocesano di Musica Sacra di Treviso
11 giugno 2009 dalle ore 18.30

Programma:
Carlo Mattiuzzo:
- Allemanda dalla Suite bwv 996
- Fuga bwv 1000 di Bach
Giacomo Costantini:
- Fandanguillo di J. Turina
- Minueto dalla Sonata di Josè
Valentina Luz Rigato:
- Reverie di Regondi
Francesca Benetti:
- Suite di Ernst Krenek
Davide Palladin suonerà in duo con il contrabbassista Nicola:
- standard jazz e delle improvvisazioni
Dario Pisasale:
- "Bensusan"
- "Eleven small roaches"
- "The funky avocado" di Michael Hedges
- "Night after sidewalk"
- "Playing with pink noise" di Kaki King


Ulteriori informazioni:

http://6cordemoltemani.blogspot.com/2009/06/i-concerto-della-serie-6-corde-molte.html

Luciano Berio saggista parte terza di Empedocle70

Berio affronta anche il tema (non a caso i riferimenti a Eco) dell' impossibilità di un approccio semiologico alla musica. La semiologia non può occuparsi di processi non riconducibili a modelli linguistici, come quelli musicali. E quando non c' è posto per il prefisso "meta", il semiologo si ferma: una metamusica non esiste. Questa certezza è fondata sul presupposto che la musica non parla che di se stessa, perché se nella lingua la parola può non essere la cosa, la «parola» musicale è invece sempre la cosa: il nome della cosa - il suono - è già la sua esperienza. C' è poi l' indagine della traduzione come fatto creativo, che implica sempre un' interpretazione: "Ogni forma di creatività musicale è per sua natura aperta", afferma spiegando come la storia della trascrizione coincida con la storia stessa del pensiero musicale e che il dialogo inesauribile tra trascrizione e invenzione crea un flusso ancora una volta anti-storicistico. Berio conosce questa pratica, di cui spiccano numerosi esempi nella sua produzione. In uno dei suoi pezzi più famosi, Sinfonia, il terzo movimento adotta come base lo Scherzo della Seconda Sinfonia di Mahler per sviluppare, anche attraverso altre citazioni, una riflessione sonora sulla storia della musica. Alcune citazioni poso essere prese per delle «amnesie volontarie»: ogni atto creativo implica distruzione e infedeltà. Base irrinunciabile per la comprensione del presente, il passato è un divenire che rifiuta sequenze irreversibili e unitarie, procedendo a sbalzi e a ricongiunzioni la musica rinnova se stessa in un flusso continuo: il Novecento non può dimenticare Monteverdi, mentre può farlo il teatro musicale sette-ottocentesco, così come l' Ottocento ha bisogno di Bach.
Nell’analisi lucida e quasi distaccata della sua poetica, berio spiega l' imprescindibilità degli strumenti analitici per ogni forma di creatività: non solo per le necessarie concettualizzazioni, ma come profondo contributo al processo compositivo. Ovunque, in queste pagine dense ed esigenti, corrono provocazioni, stimoli, attacchi anche imprevedibili. Berio parla di musica in modo razionale, concreto nel misurarsi con la natura fisica del suono e i suoi strumenti, eppure, a tratti, l' esposizione offre sprazzi metafisici, come in certe disquisizioni di scienziati dove il rigore «matematico» può accogliere la libertà intuitiva della poesia.

Sono due libri eccellenti, leggeteli perché rappresentano al meglio lo svolgersi di un pensiero lucido e analitico e allo stesso tempo mai noioso o pedante. Per un attimo trascurate la figura di Berio compositore e accogliete quella di saggista e conferenziere e lasciatevi affascinare dalla sua affabulazione, vi scoprirete a sottolineare i suoi passaggi e a riprendere in mano i libri ogni tanto, per il gusto di aprirli a caso e di gustare nuovamente le sue idee e i suoi paradossi. Un grande.
Empedocle70

Testi:
- “Un ricordo al Futuro. Lezioni americane” , 2006 Einaudi
- “Intervista sulla Musica” , 2007 Laterza

martedì 9 giugno 2009

Luciano Berio saggista parte seconda di Empedocle70



Alcuni punti alcuni motivi cardine appaiono, scompaiono, riemergono nelle 280 pagine dei due libri, nello scarto inevitabile fra parlato e scritto e nelle tante possibili formulazioni di un pensiero che tuttavia resta identico nella sostanza, quasi fosse una sinfonia, in cui i temi rinforzati da quanto detto in precedenza progressivamente vengono gradualmente messi a fuoco nelle tante implicazioni di ciascuno. Si può dire che Berio è un artista capace di amministrare se stesso con acume. Se fosse un calciatore, potremmo dire di lui che possiede in misura rilevante il senso della posizione in campo e quello tattico della partita, dai suoi scritti emerge l' impressione di un grande controllo, d' una cordialità che non nasconde mai del tutto le distanze, di una buona educazione che salva le forme senza mai superare un fondo di ritrosia, e allontana così la possibilità di possibili incursioni al di là del puro ambito professionale.
Scrivo questo perché sembra quasi di sentirlo parlare, con quel tono tra il pacato e l' ironico che hanno alcuni bravi insegnanti quando invece di cercare di spiegarti tutto in modo pedante scelgono di ricorrere alle vie della logica per cercare di tirar fuori dagli allievi quei concetti che altri invece cercano di cacciare a forza nelle loro teste. E’ una rete di affinità e rimandi quella che crea Berio ossia "una costruttiva revisione o, addirittura, (…) una sospensione del nostro rapporto col passato e (…) una sua riscoperta sulle tracce dei percorsi futuri": una "selva oscura" a rovescio, che ci invita periodicamente "al sacrificio dei cammini volutamente smarriti e ritrovati". Perché se è vero che ogni testo (anzi, Testo) è un unicum, dato oggettivamente una volta per tutte, è però altrettanto vero che "un testo implica una pluralità di testi", assimilati dall'autore in modo più o meno consapevole. Ecco quindi il problema appassionante e irrisolvibile della citazione, dei suoi poteri allusivi, dei suoi limiti e di tutti i casi in cui siamo forse noi a sospettarla, al di là delle intenzioni dell'autore: o almeno di quelle consapevoli.
Il richiamo a Babele, lasciato scivolare fin dalle prime parole, non può che evocare un confronto continuo con i vari aspetti della "traduzione" in musica, suggerendo anzi che la musica sia intrinsecamente "traduzione", forse più di ogni altra forma espressiva. Fatta per essere ascoltata, si configura tuttavia come testo scritto: molta parte della sua evoluzione è determinata dalla codificazione cartacea, ma il rapporto fra la pratica musicale, anche nel senso empirico di tecnica dei singoli strumenti, e la partitura "astratta" varia secondo epoche e artisti: e comunque risulterà sempre impossibile separare il "musicista sistematico" dal "musicista empirico", il che detto da Berio ha un certo peso, tanto più provenendo da un secolo che spesso ha preteso una sdegnosa separatezza tra il "creatore" e il "bricoleur", senza tener conto della dialettica inesauribile fra idea e realizzazione.
, nelle sue molte forme tra cui quella teatrale.
Non a caso tra gli autori italiani spesso e volentieri citati figurano due scrittori le cui vicende s' intrecciano a quelle di Berio. Sono Umberto Eco, molto amico del musicista, con cui negli anni ' 50 lavorò nel leggendario Laboratorio di Fonologia della Rai di Milano, e Italo Calvino, che scrisse per Harvard le Sei proposte per il prossimo millennio, e che oltre al libretto dell' opera La vera storia (1978), firmò parte dei testi di un altro lavoro teatrale di Berio, Un re in ascolto (1983), da cui giunge il titolo delle Lectures americane del compositore: Un ricordo al futuro sono le ultime parole cantate da Prospero quando, nel finale, prende congedo dalla vita.


lunedì 8 giugno 2009

Luciano Berio saggista parte prima di Empedocle70


“Berio musicista è universalmente noto. Meno, ovviamente, il Berio saggista.” (Umberto Eco)

"Cercare di definire la musica è un po' come cercare di definire la poesia: si tratta cioè di un'operazione felicemente impossibile. La musica è tutto quello che si ascolta con l'intenzione di ascoltare musica". Luciano Berio

Non ho ascoltato molto di Berio, alcune sue Sequenze, davvero poca cosa. Per non so bene quale motivo mi sono avvicinato a lui in maniera indiretta e inusuale, invece di partire dalle sue musiche ho cominciato dai suoi libri, due per la precisione “Un ricordo al Futuro. Lezioni americane” edito nel 2006 dalla Einaudi e “Intervista sulla Musica” del 2007 per Laterza. Non si tratta di “grandi” libri: 114 pagine il primo e 166 il secondo, ma opere che colpiscono per la straordinaria densità degli argomenti, trattati, sviscerati, ripresi più volte in forme diverse e per la precisa, lucida visione musicale, filosofica e umana che emerge da queste pagine.

Berio è nato a Oneglia, terra ligure famosa sia per il suo olio d' oliva che per il carattere scabro, ispido, della sua gente, tanto per capirci era di quelle parti un personaggio come Sandro Pertini. A Oneglia Luciano Berio è nato il 25 ottobre del 1925, figlio di un musicista, Ernesto, che a sua volta era figlio di Adolfo, musicista anche lui. Nonno Adolfo, come racconta Berio nipote in “Intervista sulla Musica”, era nato intorno alla metà dell’800, organista e compositore, riponeva tutto il suo orgoglio nel vincere le gare locali d' improvvisazione all' organo. Adorava Verdi, odiava Wagner, di tanto in tanto scriveva qualche polka o qualche valzer che dedicava a questa o a quella principessa europea. Nessuna di loro ha mai speso una parola per ringraziare di quegli omaggi l' oscuro maestro. Ernesto, suo padre, era già diverso. Aveva frequentato il Conservatorio a Milano, compagno di studi di De Sabata, componeva lieder, romanze per voce e pianoforte come dettava la voga del tempo. Luciano Berio lo ricorda ancora, ombra indistinta, resa più precisa nella memoria solo dal martellare secco dei tasti, mentre suonava il piano per accompagnare i film muti in uno dei cinematografi di Oneglia. In una bella metafora li definisce due tipi diversi di pane: il nonno era come il pane fatto in casa, rude ma saporito, il padre come il pane del fornaio, più raffinato e con meno sapore. Lui comunque si era per fortuna accorto abbastanza presto che non si vive di solo pane. Doveva trattarsi comunque di un pane buono e nutriente quello della famiglia Berio se nelle interviste quegli anni sono ricordati come un periodo di assoluta felicità, con papà Ernesto che faceva quartetto in casa con certi strumentisti che nella vita erano commercianti di olio o di sapone. Quel pane fu la sua dieta musicale base, l' alimento di partenza. Poi vennero gli altri musicisti, quelli importanti, della formazione: Ghedini e Paribeni durante gli anni di Conservatorio, Bruno Maderna, Henri Pousseur, Luigi Dallapiccola.
Bruno Maderna. Quando parla di lui Berio sembra quasi raccogliere un cedimento emotivo. Veneziano, Maderna era di cinque anni più giovane di lui. Quando si conobbero, nel 1953, erano tutti e due intorno alla trentina, poco meno poco più. Diventammo subito amici scrive Berio, nel senso più esteso, e completo, che questa parola può avere. Lo diventarono al punto che Berio fatica a parlare di lui e non per scarsità ma per eccesso d' affetti verso quel suo amico geniale, scomparso troppo presto, in modo così doloroso. Tra le tante, due esperienze legano Berio a Maderna: Darmstadt, sede dei leggendari corsi musicali, e il non meno celebre studio di fonologia allestito dalla Rai a Milano nei primi anni Cinquanta, al quale collaborò tra gli altri Umberto Eco. Da allora molte cose sono cambiate, non ultima quella che se qualcuno oggi proponesse alla Rai d' allestire uno studio per coltivare esperienze musicali d' avanguardia, coi tempi che corrono si ritroverebbe scaraventato in strada dagli uscieri. Per quanto riguarda Berio dopo di allora ci sono stati dieci anni d' America (Harvard e Julliard School of Music), molta musica, molte mogli (tre), molti figli (cinque).

domenica 7 giugno 2009

VOX UNICA. VENERDI'12 GIUGNO 2009

TIZIANA PORTOGHESE, mezzosoprano

CRISTIAN MELE, sassofono

MICHELE CAMPOBASSO, pianoforte

VOX UNICA. VENERDI'12 GIUGNO 2009 – ore 21

DOMUS TALENTI – via Quattro Fontane 113 – Roma



Cristian Mele, sassofono - Tiziana Portoghese, mezzosoprano e Michele Campobasso, pianoforte - regaleranno al pubblico un viaggio musicale senza confini in cui ciascuno potrà riconoscersi ed assaporare un repertorio raffinato e ricco di sfumature. "Un viaggio è la possibilità di allontanarsi dalla dimora alla ricerca dell'ignoto. Ritroviamo il passato nel nostro tempo, e scopriamo frammenti creduti perduti che rinascono a nuova vita in contesti a noi usuali. Il nostro viaggio ridefinisce continuamente la propria rotta attraverso il mondo incantato delle melodie tradizionali, le canzoni per bambini, la musica antica che diventa musica nuova, e tutte in comune scoprono un linguaggio che abbattendo distanza e tempo parla forte all'anima".

I Fotografi e la Chitarra Classica

Guitarra Morena

MIREK

My Classic Guitar

Mi primera guitarra

sabato 6 giugno 2009

Sabato 13 giugno Open Day alla Civica Scuola di Liuteria di Milano

Recensione di Paralleli e Paradossi di Barenboim Daniel e Said Edward W., Il Saggiatore 2008


Leggere libri come questi fa bene. Fa molto bene. Due intellettuali, maestri nei relativi campi e di diversa estrazione, origine e formazione culturale che pacatamente e serenamente si incontrano sul territorio comune della musica. In realtà la musica, la più astratta delle arti, è una scusa elegante perché il critico Eward W Said, intellettuale di origine palestinese e il direttore d’orchestra Daniel Barenboin di origine ebraica possano liberamente e intelligentemente confrontarsi sul significato civile dell'arte, sul valore formativo dell'ascolto dei grandi compositori, sui parallelismi tra arte del suono e arte della parola. Ne esce un intreccio denso di riflessioni del musicista dilettante e del musicista di fama internazionale che via via si delinea come una visione complessa dell'universo sonoro, luogo irreale ed effimero che si anima per la breve durata delle note, dove la musica vive sospesa tra due dimensioni: soggetta alle regole della fisica, costruita su precisi rapporti matematici, è al tempo stesso capace di esprimere sentimenti e ideali con un'intensità che l'immagine e la parola raramente attingono. Nel tentativo di venire a capo di questo gustoso paradosso i due amici ne approfittano per “scantonare” liberamente e per riflettere sul significato politico dell'opera di Beethoven, sulla lezione di Furtwängler, sul magistero di Toscanini, sulle difficoltà morali di un direttore d'orchestra ebreo innamorato di Wagner. Una visione dell’arte come progetto educativo, per la creazione di uomini nuovi che sappiano superare le divisioni e al globalizzazione del nostro tempo cancellando odi e divisioni, indicando un futuro di convivenza possibile. Questa edizione è arricchita da uno scritto di Claudio Abbado.

Empedocle70

venerdì 5 giugno 2009

Frank Martin Video



Maccari - Pugliese su Radio Tre


Vi segnalo il concerto del Duo Maccari Pugliese su Radio Tre Sabato 6 giugno ore 15.00 nella "Trasmissione live "Piazza Verdi""

Recensione di Frank Martin Werke mit Gitarre, Musiques Suisses 2007

Frank Martin Werke mit Gitarre

Lo confesso: ho un debole per le monografie, d’altronde concedetemelo cosa c’è di meglio di avere tutta la produzione o la produzioni specifica di un autore immediatamente disponibile? E così non si può non accogliere con soddisfazione questo cd dedicato alle musiche per chitarra del compositore svizzero Frank Martin (1890-1974) che occupa uno spazio temporale che va dal 1933 con i famosi Guitarre (Quatre pieces breves) al 1969-1971 del Poemes de la mort, passando per Quant n’ont assez fait dodo del 1947, gli Etudes fur Streichorchester del 1955-1956 e Drey Minnelieder del 1960. I chitarristi impegnati in questa fatica di circa 43 minuti sono gli svizzeri Harald Stampa, Benjamin Scheck e Richard Pechota (al E-bass) circondati e integrati da un ensemble di tutto rispetto: le musiche sono ben suonate e impeccabilmente registrate dalla casa discografica Musiques Suisses che accompagna il cd con un libretto a dir poco sontuoso di ben 38 pagine a dir poco esplicative.

Frank Martin Werke mit Gitarre

Sulla poetica musicale di Frank Martin penso ci sarebbe molto da dire ma preferisco concludere la recensione citando il bell’articolo di Chiara Asquini “Frank Martin – Ethik/Etica” pubblicato sul blog Chitarrablog.it: “Sono convinto che ogni opera d’arte valida porti in sé un etica, ma che quest’etica possa essere positiva o negativa. … Quando un’opera d’arte esprime la disperazione assoluta, l’impossibilità definitiva di sfuggire alla sensazione dell’assurdo e all’insensatezza fondamentale della vita, allora credo si possa dire che è stata alimentata da un’etica negativa. Ma quando, al contrario, l’opera artistica sgorga da una fonte ove gli uomini trovano la forza di far nascere pace e consolazione in sé stessi, si può dire che è stata nutrita da un’etica positiva.”

Un ascolto non semplice, ma è anche vero che il nostro spirito a volte necessita di un nutrimento non immediato quando in grado di aprire nuove strade e nuove sensazioni nel nostro essere. Da assaporare.

Empedocle70

Per chi ne fosse alla ricerca segnalo che questo disco viene distribuito in Italia dalla Stradivarius.

giovedì 4 giugno 2009

interview with composers of OUTPUT Princeton AWARD

Recensione di The Marvelous Aphorisms of Gavin Bryars: The early Years, Ulrich Krueger and Seth Josel with various artist, Mode Records 2007

Un aforisma o aforismo (dal greco aphorismós, definizione) è una breve frase che condensa - similmente alle antiche locuzioni latine - un principio specifico o un più generale sapere filosofico o morale. Wikipedia

The Marvelious Aphorisms of Gavin Bryars: The early Years, Ulrich Krueger and Seth Josel with various artist

Ascoltando questo cd si capisce subito che sia Gavin Bryars che Seth Josel e Ulrich Krieger non mancano di sicuro di britannico sense of humor, qui si trovano quattro composizioni realizzate nel 1970 e nel 1971 per chitarre e ensemble vari, tutte caratterizzate da soluzioni particolari, al limite dello stravagante.
Il primo brano, The Squirrel and the Ricketty-Racketty Bridge era stato originariamente scritto per Derek Bailey e incluso il suo Solo Guitar Volume 1 del 1971 e successivamente inciso per la Oscure di Brian Eno nel 1978 con esecuzione dello stesso Bryars, Eno e Fred Frith. Il pezzo è per almeno un chitarrista e due chitarre o “multiples of this” e viene qui eseguito con la chitarre elettriche da Seth Josel. Un’esecuzione estremamente pulita, diversa da quella più grezza di Bailey ma che mette forse in magiore evidenza l’implacabile contrappunto.

Anche “1, 2, 1-2-3-4” del 1971 è stato rilasciato anche in una versione precedente su Obscure. Si tratta a mio parere del pezzo migliore del cd, 33 minuti circa di interpolazioni musicali su brani dei Beatles. Non sono un fan del gruppo di Liverpool ma questo pezzo mi è piaciuto tantissimo! Immaginate la presenza di due chitarre elettriche di formazione hendrixiana e acidamente alla Jerry Garcia al posto di Harrison e vi troverete immersi in un trip coloratissimo e intenso, la familiarità con i pezzi vi spingerà ora a canticchiarli ora a domandarvi dove siete finiti, e il divertimento è assicurato.

Premiere recordings sia per “Made in Hong Kong” che per "Pre-Mediaeval Metrics", il primo è un pezzo per giocattoli per bambini che prevede alcune condizioni tra cui che i giocattoli siano dati spontaneamente dai bambini e solo dopo che il musicista abbia speigato loro l’uso specifica che ne vuol fare. Il titolo ricorda come l’ex colonia britannica fosse in passato (di sicuro per la mia generazione) l’equivalente di ciò che è oggi il made in China.
"Pre-Mediaeval Metrics", è basato su un paio di frasi arrangiate su quattro colonne per otto pagine, ciascuna frase è composta di quattro simboli, la strumentazione è libera anche se ciascun strumento può eseguire un solo suono, il tutto basato su ritmica derivata da quella di poesie in latino. Quindici minuti di suono quasi austero, ripetitivo, al limite dell’ossessivo.

The Marvelious Aphorisms of Gavin Bryars: The early Years, Ulrich Krueger and Seth Josel with various artist

Nel complesso un bel disco, il repertorio non è di semplice ascolto ma identifica con precisione un particolare momento storico particolarmente fecondo per la musica sperimentale inglese, la registrazione è eccellente e il libretto che accompagna il cd è molto bello e con delle ottime foto.
I musicisti? Non meno che bravissimi.


Empedocle70

Per chi ne fosse alla ricerca segnalo che la Mode Records è distribuita in Italia dalla Stradivarius.

mercoledì 3 giugno 2009

Concerto a Santa Caterina con l'Ensemble L'Arsenale

Quarto concerto della rassegna L'arsenale 2009-nuova musica a Treviso.
Dopo il terzo appuntamento ai Giardini di Sant'Andrea, prosegue il viaggio in musica e (non)luoghi con l'ensemble L'arsenale.
La sede museale di Santa Caterina a Treviso ospiterà questo concerto dove musica e video si incontreranno in una sorta di opera unica, senza soluzione di continuità.

La nuova musica, le nuove creazioni, i nuovi stimoli, l’aspetto creativo che L'arsenale ha sempre esaltato con particolare attenzione rivolta ai giovani artisti, si propongono di rivitalizzare e rendere nuovi alcuni luoghi di passaggio che quotidianamente viviamo con distrazione, come sale da concerto estemporanee.

Musiche di Cage, Ligeti, Murail.

ensemble L'arsenale
Ilario Morciano sax
Lorenzo Tomio chitarra
Filippo Perocco organo
Luca Camilotto video

http://www.larsenale.com/

Data: venerdì 5 giugno 2009
Ora: 21.00 - 22.30
Luogo: Museo di Santa Caterina
Città/Paese: Treviso, Italy

Telefono: 3288042397
E-mail: info@larsenale.com

Fonte: http://6cordemoltemani.blogspot.com/2009/06/conserto-santa-caterina-con-lensemble.html

Recensione di Jesus Blood, never failed me yet di Gavin Bryars, POINT 1993

Jesus Blood, never failed me yet, there's one thing I know, cause He loves me so ...".

Jesus Blood, never failed me yet di Gavin Bryars

Narrano le note del cd che Gavin Bryars stava girando per Londra con un registratore in cerca di suoni per un programma della BBC. Si imbattè in un barbone forse ubriaco, naufragato all'interno di una stazione della metropolitana di Londra che trascinava ripetitivamente tra i pochi denti una canzoncina, quasi una specie di canto religioso che diceva "Il sangue di Gesù non mi ha mai tradito finora", e lo ripeteva … come un mantra, come uno che si aggrappa a un salvagente .. emotivamente. Bryars si portò a casa il suo nastro e lo tenne lì. Ogni tanto lo riascoltava e ci pensava su. Perché da un canto così dolce e malinconico e soprattutto "vero", talmente vero, reale da dare i brividi non ci si separa facilmente, ti fa sentire così solo e fuori luogo anche solo ad ascoltarlo che ti costringe ad agire, a farci qualcosa. E così si inventa un capolavoro minimalista, per settantatrè minuti fa ripetere per circa centocinquanta volte la stessa strofa sottratta quella notte alla voce del barbone londinese, campionata e ripetuta per tutta l'opera e ci aggiunge progressivamente un arrangiamento orchestrale sempre più denso, che parte da un timido quartetto d'archi e si arricchisce man mano di altri strumenti, cori, e infine una seconda voce solista che chiude la composizione sottobraccio al barbone. Per inciso la voce straordinaria, e forse l’unica che poteva essere associata a quella di un barbone ubriaco, quella di Tom Waits. E alla fine la voce del barbone che sfuma e torna alla sua solitudine ed alla metropolitana da cui è venuta.

Jesus Blood, never failed me yet di Gavin Bryars

Disco straordinario, unico, notturno, struggente, inquietante. Mette quasi in soggezione.

Empedocle70

martedì 2 giugno 2009

Gavin Bryars: Video





Gavin Bryars: Un ritratto


Gavin Bryars, nato nel 1943 a Goole, Yorkshire, costituisce il più originale e provocatorio esponente di una generazione di compositori insolitamente dotata. Ha iniziato la sua carriera partendo da una posizione sperimentale, rara nella musica britannica, ed ha continuato una linea radicale, pur conseguendo un successo internazionale.
Mentre studia filosofia all’Università di Sheffield, diviene un contrabbassista jazz professionista ed un pioniere della libera improvvisazione, si accosta alla nascente estetica minimalista, che proprio negli anni Sessanta si impose nel mondo musicale anglosassone. Gli studi su Duchamp, l’adesione al movimento contemporaneo Fine Arts avvicinano Bryars all’arte del rimaneggiamento, della manipolazione di materiali preesistenti, raccolti, sottratti, presi in prestito ad uso capione (ne è un celebre esempio la composizione del 1971 Jesus’ Blood Never Failed Me Yet oppure The Sinking of the Titanic del 1969). E la rielaborazione diventa una costante di Bryars anche su brani già scritti da lui e pubblicati.
Una svolta decisiva nella sua evoluzione è la sua prima opera Medea, messa in scena in una première all’opera di Parigi nel 1984 nell’ambito di una produzione diretta e ideata da Robert Wilson. Egli è autore di altre due opere: Doctor Ox’s Experiment ("L’esperimento del dottor Ox") (English National Opera, 1998) e G (Magonza, 2002), commissionate dallo Staatstheater Mainz in occasione del 600° anniversario di Gutenberg.
Bryans non si è posto limiti nel tradurre i suoi ampi interessi letterari in musica non operistica: ad esempio, il suo entusiasmo per i testi antichi inglesi nel lavoro corale-orchestrale The War in Heaven ("La guerra in Paradiso") del 1993; per Dracula di Bram Stoker all’interno di The North Shore ("La sponda settentrionale") del 1994; per The Last Days of Immanuel Kant ("Gli ultimi giorni di Immanuel Kant") di Thomas de Quincey nel lavoro corale And so ended Kant’s travelling in ths world ("E così finì il viaggio di Kant in questo mondo"). I suoi collaboratori viventi comprendono Blake Morrison, il poeta libanese-americano Etel Adnan, in particolare per il ciclo di canti Adnan Songbook, per soprano e sei musicisti, e la poetessa canadese Marilyn Bowering. Ha recentemente avviato un’intensa collaborazione con il Latvian Radio Choir, con cui eseguirà a breve una serie di registrazioni.
Ha inoltre realizzato una notevole produzione di musica da camera, tra cui 3 quartetti per archi, sia destinati al proprio ensemble (da lui fondato nel 1981) che ad altri artisti. Parimenti numerose le composizioni per archi, nonché concerti per violino, viola, violoncello, basso doppio (più uno per basso jazz) nonché per sassofono e oboe basso.
Un importante tratto distintivo della sua produzione deriva dalle sue collaborazioni con le arti visive (è stato per diversi anni insegnante presso scuole d’arte). Ha realizzato installazioni/spettacoli per la Liverpool Tate Gallery, la Tate St. Ives, il Chateau d’Oiron, tra gli altri, ed ha lavorato collaborato con Juan Munõz per l’opera A Man in a Room, Gambling ("Un uomo in una stanza, gioco d’azzardo").
Bryans ha lavorato per molti anni con interpreti di musica antica ed ha avviato una serie di sette libri di madrigali: attualmente, tre sono completi – per l’Hilliard Ensemble (testi di Blake Morrison), per il Trio Mediaeval Sextet (testi di Petrarca) e per Red Byrd (testi di Petrarca, tradotti da JM Synge). Un quarto è in elaborazione, per le otto voci del gruppo italiano Vox Altera (testi ancora una volta di Petrarca). L’artista sta inoltre portando a termine un’ampia raccolta di "Laudi" concentrate sulla voce del soprano Anna Maria Friman, oltre ad un’intensa collaborazione col tenore John Potter, in precedenza componente dell’Hilliard Ensemble. Entrambi questi cantanti sono ora membri del suo ensemble.
Negli ultimi vent’anni, Bryars è inoltre stato molto attivo nel mondo della danza. Nel 1999 ha scritto la musica per BIPED, con coreografie di Merce Cunnigham e sta attualmente collaborando con la coreografa Carolyn Carlson per una serie di lavori che hanno avuto inizio con Writings on Water ("Scritte sull’acqua") presentata alla Biennale di Venezia (2002).
La sua opera conta numerose incisioni per Incus, ECM, Point, Philips, Argo, Clarinet Classics, Déphenéo, CBC Records e, più di recente, per la sua etichetta privata GB Records.

E’ stato direttore del gruppo "sperimentale" Portsmouth Sinfonia (in cui lo scambio di strumenti da parte di un’orchestra di musicisti professionisti costituiva una divertente provocazione)


lunedì 1 giugno 2009

Intervista a Giorgio Assumma, Presidente della Siae su Altroconsumo

Vi segnalo l'interessante intervista a Giorgio Assumma, Presidente della Siae, pubblicata sul sito dell'Associazione Altroconsumo:

http://www.altroconsumo.it/accesso-ai-contenuti/intervista-a-giorgio-assumma-presidente-della-siae-s242103.htm

Siae: nuove precisazioni

In merito a quanto riportato sul Blog in data 25/05/2009 sulla apertura della Società Italiana nei confronti della libera diffusione delle opere su Internet, vi segnaliamo una precisazione uscita sul sito della Siae in data 14/05/2009:

http://www.siae.it/edicola.asp?view=4&open_menu=yes&id_news=8012

C’è da riconoscere che non dev’essere facile per un’associazione come la SIAE compiere le proprie scelte e soprattutto esprimere le proprie opinioni, l'articolo 11 segnala come:

“1.L’associato ha facoltà di escludere dal mandato i diritti di riproduzione e comunicazione al pubblico limitatamente alle utilizzazioni sulle reti telematiche e di telefonia mobile o analoghe forme di fruizione delle opere, distintamente per:a.utilizzazioni interattive;b.utilizzazioni non interattive.

2.Tale facoltà deve essere esercitata, tramite compilazione ed inoltro di apposito modulo predisposto dalla Società, all’atto dell’associazione o con un preavviso di almeno novanta giorni prima della scadenza di ogni periodo annuale di durata del rapporto associativo, con effetto dal periodo annuale successivo a quello della presentazione della richiesta. Il Consiglio di Amministrazione, sentita la competente Commissione di Sezione, può, con propria delibera, dettare ulteriori norme relative all’esercizio delle citate facoltà.(..)”.

La Siae tiene a precisare come:

"Tale facoltà dell’avente diritto di limitare il mandato alla SIAE per l’utilizzo delle proprie opere per quanto riguarda internet e la telefonia mobile, fa sì che il creatore dell’opera gestisca direttamente tali utilizzi, potendo quindi anche consentirne l’uso gratuito."

Aggiungendo:

"E’ chiaro comunque che il riconoscimento agli associati della facoltà di gestire direttamente le utilizzazioni telematiche ed analoghe, non indebolisce in alcun modo l’impegno della SIAE nella tutela dei repertori affidatile, anche in questo settore. La SIAE è infatti pienamente in grado di gestire l’utilizzo delle opere on line, stipulando contratti con i maggiori operatori del settore, monitorando e ripartendo i diritti, tanto che la stragrande maggioranza degli associati si affida alla tutela della SIAE anche in questo campo."

Decisamente un mestiere non facile....

p.s. vista sia le nuove iniziative della Siae che le novità che il web impone nella gestione dei diritti d'autore ritenete possa essere interessante aprire una "rubrica" su queste tematiche in modo da seguirle più attentamente? Fatemi sapere...