giovedì 16 ottobre 2008

Recensione di Castelnuovo Tedesco Guitar chamber works di Arturo Tallini di Empedocle70



English Version

Tra i compositori che più hanno legato la propria immagine alla musica per chitarra va sicuramente ricordato Mario Castelnuovo-Tedesco. Nato a Firenze nel 1895, egli dimostrò fin da giovanissimo un notevole talento musicale, diventando negli anni Trenta uno dei compositori italiani più conosciuti e apprezzati all'estero, le cui opere venivano eseguite da musicisti del calibro di Toscanini, Piatigorsky, Casella, Heifetz, Gieseking e Segovia; fu proprio l'amicizia con quest'ultimo a far nascere in lui l'amore per la chitarra, strumento al quale, negli ultimi anni di vita, affidò le pagine più intime e autobiografiche della propria carriera. Carriera che fu costretto a continuare negli Stati Uniti dove si trasferì nel 1939 a causa delle leggi razziali promulgate dal regime fascista.
Questo cd monografico ci da la possibilità di godere di un ampio spettro delle sue musiche, concentrando l’attenzione sull’aspetto cameristico delle composizioni di Castenuovo-Tedesco. Si incomincia con il Quintetto op.143, composto nel 1950 e dedicato ad Andres Segovia, qui eseguito con i Solisti di Roma. Si tratta di un'opera melodiosa e serena, in quattro movimenti, in parte neoclassica e in parte neoromantica, dove sono evidenti le influenze spagnole.
Segue il Romancero Gitano, inciso con l’Ensamble Vocalese, perfetto esempio di inedito accostamento di coro e chitarra. Nato su richiesta del chitarrista Siegfried Behrendnel nel 1951, questo brano da la possibilità al Maestro Tallini di creare con la sua chitarra un tappeto sonoro ideale su cui dipanare gli splendidi versi di Lorca (che, a dispetto del titolo, non sono tratti dalla raccolta Poema del Cante jondo del 1921/1925), colorando armonicamente e ritmicamente le sette canzoni. Sono sette brani stupendi su cui mi permetto di segnalare per particolare bellezza la dolcissima "Memento".
In combinazione col pianoforte troviamo la Fantasia op. 145, sempre dedicata a Segovia e alla moglie Paquita Madriguera, qui eseguita con Tiziana Piermattei. Musica piacevole dai colori impressionisti e spagnoleggianti, caratterizzata dal notevole equilibrio strumentale raggiunto tra due strumenti apparentemente tra loro antitetici per le loro caratteristiche. Per chitarra e flauto troviamo invece i tre movimenti della Sonatina op.205, composta nel 1965 per il duo formato dal flautista Werner Tripp e dal chitarrista Konrad Ragossnig, una delle opere più amate del sue repertorio, in cui hanno modo di emergere gli aspetti più lirici del compositore.Opera di non facile esecuzione per l'impegno virtuosistico richiesto agli interpreti, viene qui eseguita con grande spontaneità melodica donandole un fascino irresistibile. Dulcis in fundo le Ecloghe op. 206, suonate con Carlo Morena al flauto e Francesco Manfrin al corno inglese. Concepite per una formazione strumentale alquanto insolita le quattro Ecloghe sono caratterizzate da una felicissima intuizione timbrica grazie alla quale ogni strumento si integra perfettamente nel discorso musicale complessivo. Il trio riesce con notevole grazie e delicatezza a rendere ben evidente il senso di struggimento nostalgico provato dal compositore nei confronti dell'Italia, sentimento espresso tramite la rievocazione musicale di danze e melodie tipiche della cultura musicale italiana.
Sicuramente un gran bel disco che vi farà trascorrere momenti lieti e malinconicamente struggenti.

Empedocle70

Nessun commento: