sabato 16 febbraio 2008

Recensione di Jim Hall & Pat Metheny Telarc 1999


Le recensioni sono sempre un po' pericolose, specie se scritte da un fan perchè il suo giudizio non potrà mai essere obiettivo. Se il disco gli piace (leggi: ho trovato quello che mi aspettavo) sarà entusiastica, se non gli piace (leggi: è cambiato, non è più lo stesso) sarà semplicemente deprimente. Ulteriore premessa: sono un fan di Pat Metheny e per onestà vi dirò cosa mi piace e non mi piace di Pat così potrete farmi un'idea migliore su questo disco. Mi piace Metheny per la sua fantasia e per la sua versatilità "Has a major commercial artist ever conducted such a schizophrenic career?" (1), ha suonato e suona di tutto dal jazz canonico, al free jazz, al folk, alla musica di Steve Reich, alle tentazioni zuccherosamente new age (che brutta parola), rimanendo alla fine sempre se stesso, riconoscibilissimo per il suo tocco e suono particolare, cosa non da poco per chi suona uno strumento elettrico, rivelandosi sempre un grande improvvisatore. Non mi piacciono viceversa le sue cose più smaccatamente zuccherose e terzomondiste come alcuni lavori del Pat Metheny Group, ma si sa nessuno è perfetto.


Ho scelto questo disco della sua nutrita discografia perchè qui lo ascoltiamo confrontarsi con un Gigante, con un Mito come Jim Hall, chitarrista dalla classe sopraffina e dall'enorme esperienza (gli appassionati di jazz non posso esimersi dall'ascolto dell'eccezionale "Undercorrent" realizzato con Bill Evans nel 1962). In questo disco entrambi danno il meglio di se, Metheny dimostra un enorme rispetto per un Maestro come Hall ma senza cadere in alcuna forma di soggezione. Entrambi i chitarristi hanno in comune il suono privo di attacco, prerogativa stilistica che Metheny ha ereditato da Hall e che li rende simili a un primo ascolto e un suono estremamente pulito, fluido e elegante.


Diciassette sono i brani registrati:


1. Lookin' Up
2. All The Things You Are - (live)
3. Birds And The Bees, The - (live)
4. Improvisation No. 1
5. Falling Grace
6. Ballad Z
7. Summertime - (live)
8. Farmer's Trust - (live)
9. Cold Spring - (live)
10. Improvisation No. 2
11. Into The Dream
12. Don't Forget - (from "Passagio Per Il Paradiso")
13. Improvisation No. 3
14. Waiting To Dance
15. Improvisation No. 4
16. Improvisation No. 5
17. All Across The City - (live)


Tutti bellissimi e eleganti, per mio gusto spiccano i due standards All the things you are e Summertime, in particolare Summertime prevede una lunga carrellata acustica di Metheny in accompagnamento puro lasciando a Hall la parte melodico solista, una soluzione già adottata da Metheny per The Two Folk Songs nel disco 80/81 e per delle versioni dal vivo della stessa Summertime durante il tour del 1994 con John Scotfield. Da segnalare anche Improvvisation nro 4 e 5 dove Pat lascia la sua fida Ibanez a favaore di una chitarra classica fretless realizzata dalla "sua" liutaia di fiducia Linda Manzer.


Registrazione a 24 bit in perfetto stile Telarc, casa discografica che ci ha ormai da tempo abituato a un suono impeccabile e curatissimo, come dimostrano anche le registrazioni di David Russell. Piccola curiosità a ciascun chitarrista è stato assegnato un canale, a Metheny il canale destro e a Hall il sinistro.


Buon ascolto


Empedocle70

(1) The Penguin Guide to Jazz on CD, third edition 1996




Pat Metheny

http://it.wikipedia.org/wiki/Pat_Metheny



Jim Hall

http://it.wikipedia.org/wiki/Jim_Hall_(chitarrista)

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